Si tratta di un vero e proprio massacro di vegetazione e felini. Come spiegare 5600 ettari di bosco andati in fumo in 48 ore in Sicilia lo scorso giugno? Secondo il Progetto Reporter Crimine organizzato e Corruzione– a cura di un gruppo di giornalisti citati da vari media britannici, la mafia siciliana utilizza i gatti per causare incendi boschivi. Incendi tramiti i quali la criminalità si arricchisce attraverso la riforestazione o progetti immobiliari.
Visualizzando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza, le autorità non credevano ai loro occhi. Si sono visti dei gatti con attaccati alle loro code uno straccio imbevuto di benzina, acceso prima di rilasciare i felini terrorizzati ai margini del bosco. Naturalmente i poveri animali iniziano a correre a perdifiato nel cuore della foresta per sfuggire alle fiamme che li perseguitano. Con questa modalità sono stati appiccati molti degli 800 incendi attivati contemporaneamente.
Diverse case, alberghi, fattorie e riserve naturali protette sono state distrutte. Il danno stimato è di 30 milioni. Certo, lo Scirocco il vento secco e caldo africano che soffia in questo momento, nel sud alimenta sicuramente il fuoco, ma le autorità locali accusano la mafia di incendio doloso al fine di arricchirsi.
"Non abbiamo prove, ma abbiamo il sospetto interessi criminali", ha detto il governatore della Sicilia Rosario Crocetta al quotidiano inglese Daily Beast, riferendosi ad alcune guardie forestali licenziate ai primi di giugno e identificati come membri di Cosa Nostra.
Un’infiltrazione che preoccupa soprattutto gli investigatori dal momento che la Sicilia impiega 23 000 di questi "rangers", in confronto, il Canada ne ha solo 4000.
Negli ultimi anni, la mafia siciliana investe nel legno ed in particolare nelle imprese di riforestazione. Mentre il settore è vittima di tagli di bilancio decisi dal governo, alla mafia sarebbe stata data l'opportunità di monetizzare il reimpianto di ettari bruciati. La criminalità ha instaurato stretti legami con imprese che ricostruiscono case, alberghi e parcheggi.
Il ministro degli interni italiano, Angelino Alfano, ha già minacciato "gravi ritorsioni" per coloro che saranno trovati ad appiccare il fuoco deliberatamente.