Non è niente che sarà calendarizzato a breve.
Altrimenti, come minimo il premier Renzi, il 29 marzo scorso, avrebbe usato Twitter, il suo canale premium. Invece, in questo caso, l’ex Rottamatore ha usato Facebook, perché l’Internet Day del 29 aprile prossimo – in realtà una due giorni che si aprirà il 29 e si concluderà il 30 – pur essendo anche in parte celebrativo, è prima di tutto un appuntamento progettuale a medio-lunga distanza (neanche il primo, comunque, dell'era governativa del ragazzo di Rignano sull'Arno): quindi, meglio la solennità proclamatoria del canale zuckerbergiano che l'effetto-bomba dei 140 caratteri.
Sarà, certo, l’occasione per ricordare (e festeggiare) il giorno di trent’anni fa (30 aprile 1986) in cui l’Italia scoprì Arpanet (che è per Internet ciò che è per l’uomo è l’Australopithecus, solo con uno scarto temporale molto più breve), ma si tratterà anche e soprattutto dello scenario per lanciare la prima vera gara per la banda larga e ultralarga. “Sarà il primo di una serie di bandi con i quali portare a tutti i cittadini entro il 2020 la connessione Internet ad alta velocità”, ha dichiarato Renzi sul secondo dei suoi social network preferiti (quello dove “ci si mette la faccia” senza “cinguettare”). “Insomma, facciamo un Internet Day il 29 aprile: per celebrare tutti assieme il senso della rivoluzione che è iniziata 30 anni fa e per prendere l'impegno di colmare il divario digitale nei prossimi quattro anni."
Può apparire strano, ma anche la presentazione di quest’ultima, interessante iniziativa è stata, nelle mani del premier, un pretesto buono per prendere di mira le inadeguatezze della stampa nazionale.
“Il giorno in cui l’Italia scoprì Internet le pagine dei giornali erano interamente occupate dagli sviluppi della vicenda di Chernobyl, ma non c’era neanche una riga a proposito della notizia che il Centro di calcolo elettronico del CNR di Pisa era stato collegato per la prima volta alla rete Arpanet, la rete creata negli Stati Uniti per collegare i computer delle università, degli istituti di ricerca e degli enti militari”, ha sottolineato con un certo biasimo Renzi. “Arpanet è il papà di Internet e l'Italia è il quarto paese europeo ad esservi stato collegato: dopo Norvegia, Regno Unito e Germania Ovest.”
Insomma, cinque giorni dopo la festa che ricorda il giorno in cui l’Italia già nazifascista si è riconciliata, anche violentemente, con le condizioni della vita democratica, un ‘altra festa che potrebbe portare alla riconciliazione della stampa con Renzi, a patto che essa riconosca le sue mancanze e i suoi buchi storici e faccia ammenda, andando a Canossa anche a ritroso di una trentina d’anni.