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Italiani uniti, diversi, ma mai sudditanza internazionale

Il pensiero di Diego Righini sulla situazione europea

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Oggi l'UE fa i conti in tasca all'Italia ed impartisce critiche e lezioni di finanza pubblica sull'alto debito pubblico, il deficit e le pensioni.

 

Per evitare equivoci chiarisco che non ritengo Renzi e Padoan i migliori spendibili dall'Italia oggi, Renzi potrebbe avere un ruolo ma non sarebbe quello di capo - manager di un'Italia che ha bisogno di riorganizzare la propria burocrazia e il lavoro per imprenditori, professionisti e lavoratori. Ma la democrazia e l'opportunità politica rendono oggi Matteo Renzi determinante  per il ruolo dell'Italia nel mondo.

 

La Germania, con la politica dei due forni, fa le regole del gioco, che a rotazione avvantaggia lei e altri Paesi europei, così regalando briciole tiene sotto controllo i Paesi che nel DNA hanno l'idea di rivestire un ruolo da spalla politica.

 

L'Italia irrita i Paesi del Nord perché ha sempre l'idea, pur in condizioni gravi economiche e legali, di potercela fare, ha sempre l'idea geniale per rilanciarsi e uscire dall'angolo. Lo stesso trattamento lo ricevette Silvio Berlusconi, e prima Giulio Andreotti, Bettino Craxi ed Enrico Mattei. Certo se chi ha questo prestigio evitasse di farsi i fatti suoi, sarebbe anche più facile renderle vittime di intromissioni internazionale, invece di avere un continuo dibattito, sui pro e contro dei nostri rappresentanti politici di livello.

 

La mia non è solo una valutazione retorica, ma una riflessione politica che ogni leader italiano deve fare prima di intraprendere la strada del Governo. C'è chi trama nel mondo e in UE per evitare di spartirsi il successo con l'Italia e noi non possiamo rendergli facile questo sopruso internazionale che viviamo.

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