ROMA – L’ultima volta in cui il Colosseo, o l'Anfiteatro Flavio per i puristi, è stato utilizzato per ospitare una tragedia antica risale al Giubileo del 2000. Nel corso di quell'anno, la struttura, fu messa a disposizione, con i dovuti accorgimenti, per l’allestimento di un trittico sofocleo. Nell'occasione tre furono le compagnie teatrali (di teatri pubblici stranieri) che allestirono l’Antigone – di cui si occupò il Teatro Nazionale d’Atene – l’Edipo re – per quanto riguarda il Teatro di Teheran – e l’Edipo a Colono – curato dalla compagnia di Tel Aviv.
Quest’anno, a distanza di circa tre lustri, il Colosseo torna in auge per ospitare una tragedia scritta da uno dei massimi esponenti della latinità ma ispirata alla tradizione greca: la Medea di Seneca.
La curiosità è di certo rappresentata dalla commistione, per la seconda volta, di sacro e profano all’interno di uno dei monumenti più rappresentativi dell’intera romanità , visto che il prossimo 8 dicembre sarà aperto il nuovo Giubileo straordinario.
A confermare la notizia è stato il Ministro della Cultura Dario Franceschini il quale ha già preso i dovuti accordi con l’Istituto nazionale del dramma Antico di Siracusa al fine di portare in scena la tragedia senecana in tre serate; infatti l’appuntamento è stato fissato per il 13,14 e 15 luglio p.v.
Lo spettacolo sarà diretto dal regista Paolo Magelli, il quale sta portando in scena le repliche della Medea, fino al 28 giugno – come si evince da Repubblica Roma – nell’ambito del cinquantunesimo ciclo di Rappresentazioni Classiche del Teatro Greco Siracusano.
Gli ospiti che saranno accolti all’interno dell’Anfiteatro Flavio saranno relativamente pochi, infatti si parla di circa 300 posti nella parte bassa mentre un massimo di 1000 a livello delle ringhiere. I tre appuntamenti con la tragedia sono previsti inoltre alle 20.30 quando il ‘buio’ avrà già accolto tra le sue braccia la Città Eterna.
Tra le opere che si sono battute per l’ingresso nel cuore di Roma risultano esserci anche Le Supplici di Eschilo – per la regia di Moni Ovadia – e l’Ifigenia in Aulide di Euripide – per la regia di Federico Tiezzi. Tuttavia la scelta è ricaduta sulla tragedia senecana anche in seguito alle considerazioni logistiche – visto il cast più esiguo – del sovraintendente dell’Inda Gioacchino Lanza Tomasi e del consigliere Walter Pagliaro. Non di meno è risultata rilevante anche la romanità dell’autore opposta alle origini degli altri due illustri autori antichi.
LA MESSA IN SCENA E L’ILLUMINAZIONE – Per ovviare alle difficoltà che l’oscurità potrebbero far emergere si parla già di utilizzare una mongolfiera, attrezzata con apposite luci, per poter illuminare al meglio l’area di scena.
I RUOLI – Medea sarà interpretata da Valentina Banci; Giasone da Filippo Dini; Creonte da Daniele Griggio; la Nutrice da Francesca Benedetti.
Dunque un tuffo nel passato tra le braccia della tradizione, in un luogo che è stato teatro di numerosissimi spettacoli e che, a distanza di quasi duemila anni dalla sua creazione, continua a far emozionare chi ha l'onore di ammirarlo e visitarlo.