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Anfitrione di Plauto al Teatro Quirino di Roma

Anfitrione di Plauto al Teatro Quirino di Roma

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Classicità, Commedia dell'Arte ante litteram, mitologia, letteratura latina, equivoci, risate e riflessioni in un'unica grande rappresentazione: "Anfitrione" di Plauto, commediografo della Roma preimperiale, portato in scena magistralmente da Emilio Solfrizzi, anche regista, e dal resto degli attori della Compagnia Molière (mai nome fu più azzeccato). 

Il teatro Quirino di Roma ospita la kermesse teatrale che coinvolge lo spettatore facendolo ridere dalla prima all'ultima battuta. 

Una commedia degli equivoci che scatena una raffica di gag, male interpretazioni, confusione, fraintendimenti che portano all'obiettivo principale di ogni commedia che si rispetti, seppur parliamo di oltre due millenni fa: fare ridere il pubblico con un pizzico di riflessione.

Solfrizzi "naviga" sul palco interpretando il personaggio di Sosia, servo del generale delle truppe di Tebe che porta il nome del titolo della commedia: Anfitrione (Simone Colombari). Il generale è fuori casa perché sta ultimando una guerra sanguinosa e la moglie Alcmena (Viviana Altieri), bellissima, rimane temporaneamente da sola contando i giorni che la separano dal ritorno del marito. Zeus (Sergio Basile), re degli dèi e focoso amante, decide di approfittare dell'assenza fisica di Anfitrione per godere delle grazie di Alcmena e con uno stratagemma e aiutato dal figlio Mercurio (Rosario Coppolino) assume le sembianze del generale di Tebe per giacere con la bellissima regina ignara di tutto e piuttosto soddisfatta delle prove amorose del suo "Anfitrione" che poco dopo si separerà da lei. 

Il piano architettato da Zeus darà il via ai più disparati doppi sensi e fraintendimenti quando il vero Anfitrione si presenterà vittorioso e col desiderio di godersi sua moglie ma che a suo discapito scoprirà che la moglie è stata già soddisfatta da lui stesso.... 

La Commedia si presenta leggera e divertente, la recitazione degli attori guidata da Emilio Solfrizzi rende giustizia a quello che possiamo dire rappresenta il nostro dna più intrinseco di Italiani e ancora prima di Latini: la simpatica canaglia, in questo caso Zeus, che la scampa sempre perché fondamentalmente buono. 

Un testo riadattato sapientemente con addirittura improbabili riferimenti ai nostri contemporanei programmi tv, canzoni di Celentano, testi di Eduardo De Filippo e condizioni climatiche. 

Due ore di spensieratezza vi aspettano al teatro Quirino di Roma fino al 20 ottobre con Anfitrione di Plauto.

 

(Foto teatroquirino.it)

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