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Luca Ronconi, addio all'innovatore del Teatro italiano

L'attore e regista si è spento questa sera a Milano

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Non voleva lasciare l'aria del palcoscenico, solo una malattia lo ha portato via da quello che considerava “il suo mondo”.
Luca Ronconi è spirato nella serata di ieri intorno alle 20 all'Ospedale Maggiore di Milano, dove era stato ricoverato pochi giorni fa a causa di un'infezione virale, con ogni probabilità il virus influenzale che si sta aggirando sulla penisola, che ha minato irrimediabilmente la sua salute, già malferma a causa della dialisi alla quale l'artista si sottoponeva da alcuni anni.


Classe 1933, tra poche settimane avrebbe compiuto 82 anni, la maggior parte dei quali spesi per il Teatro, dove aveva esordito recitando nel 1953 e dieci anni dopo come regista, lavorando insieme a Gian Maria Volontè e Corrado Pani, facendosi poi notare come esponente del teatro d'avanguardia e salire al successo nel 1969 con l'Orlando Furioso, che poi diresse per una versione cinematografica nel 1974. Istrionico come pochi sono riusciti nel panorama teatrale italiano, scorbutico, deciso, Luca Ronconi approderà poi alla dirigenza di teatri come lo Stabile di Torino (1988-1993)  e quello di Roma (1994-98) , nonché il Piccolo Teatro di Milano dal 1999 in qualità di direttore artistico, dove raccoglie la non facile eredità di Giorgio Strehler, scomparso l'anno prima.  

Decine le regie liriche e di prosa, dove ha saputo sempre distinguersi per il tocco mai comune eppure così umano, che lo portò a lavorare anche come sceneggiatore cinematografico nel 1966 con “L'uomo che ride” di Sergio Corbucci. Domani la bandiera sul Teatro Alla Scala  di Milano sarà a mezz'asta per “quella che è stata una delle figure principali del teatro europeo. Alla Scala -  come afferma la nota rilasciata dal teatro - ha realizzato 25 titoli d’opera dal 1974 al 2009 con tutti i musicisti più significativi: da Claudio Abbado, Riccardo Muti e Riccardo Chailly a maestri come Pretre, Ozawa, Sinopoli, contribuendo in maniera determinante alla formazione dell’identità stessa del Teatro. Vastissimo il repertorio, da Verdi e Rossini al Settecento di Jommelli e Rossi fino al contemporaneo Stockhausen. Nel 2004 Ronconi mise in scena “L’Europa riconosciuta” di Salieri per la riapertura del Teatro dopo i restauri”.

Immediati i messaggi di cordoglio da parte delle Autorità, come quello dal social network Twitter del  Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini: “Ci ha lasciato Luca Ronconi. Per più di cinquant’anni un Grande del teatro che ha innovato con coraggio e passione».
Anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è intervenuto rammentando “un grande protagonista della vita culturale e civile del Paese, ingegno visionario che ha saputo scavare nell’animo umano e rappresentarlo in scena con forza, profondità, sguardo”.
La sperimentazione, il suo proiettarsi al futuro nel campo teatrale non lo hanno mai abbandonato, se non nell'ultimo, fragile momento della morte, compianto dal mondo artistico italiano e internazionale.

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