Scritto da Elizabeth Jane Howard, è uscito il romanzo "Il lungo sguardo" nella nuova traduzione di Manuela Francescon. Fazi Editore.
La prima pubblicazione riguardante questa scrittrice che - non solo aveva vissuto una vita da romanzo, ma che quella sua vita l’aveva trasformata in romanzo – fu "The Beautiful Visit" che si aggiudicò un importante premio letterario: il “John Llewellyn Rhys”. Grazie a quel romanzo riuscì ad attirare l’attenzione dall’ambiente editoriale; ma allora lei scoprì anche che quell’attenzione, molto spesso, era rivolta più alla bella donna alta, bionda, con occhi penetranti, piuttosto che alla scrittrice. "The Long View" fu pubblicato in Italia nel 1956 dalla Rizzoli con il titolo: "Vite a rovescio". A quel tempo la casa editrice italiana volle evidenziare un certa peculiarità: essere narrato al contrario. Si parte dal 1950 con la protagonista che si chiama Mrs Fleming, per concludersi nel 1926. Un storia narrata in maniera così tanto coinvolgente che il Nobel inglese Harold Pinter, l’avrebbe ripresa nella sua famosa commedia "Tradimenti".
Jane Howard, morta in gennaio di quest'anno all’età di novantuno anni, è stata una musa importante per tantissimi uomini. La sua vita sentimentale inquieta, l’aveva portata a tre matrimoni. Il primo con Peter Scott, ornitologo e naturalista, che sarebbe poi diventato uno dei fondatori del WWF. Una coppia che non aveva nulla in comune e che si separò durante la Seconda guerra mondiale. Lei aveva 23 anni e abbandonò il marito e la figlia piccola. Da quel momento le relazioni con uomini importanti: - il poeta Cecil Day- Lewis, il critico Kenneth Tynan, lo scrittore Arthur Koestler - tanto per citarne alcuni, si susseguirono sino al suo secondo matrimonio con uno scrittore australiano poco conosciuto. Ma fu il terzo marito a lasciare una vera traccia nella vita della Howard. Sposò Kingsley Amis, anch’esso scrittore ma, al contrario del precedente, molto famoso. Lo lasciò nel 1980 perché ormai stanca del suo alcolismo. Quasi sessantenne Jane Howard si prese cura dei tre figli di quest’ultimo; ma uno in particolare, Martin, era destinato, tramite lei a diventare uno scrittore suo malgrado. Martin Amis ha infatti spesso dichiarato che deve tutta la sua fama di scrittore alla “matrigna”, la quale, quando lui era poco più che un adolescente, gli aveva fatto conoscere e apprezzare il mondo letterario mettendogli in mano Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen.
Senza dubbio Jane Howard ha vissuto una lunga vita da romanzo. Sarà il lettore a decidere quali delle due donne piaceranno di più: l’autrice che si riflette nell’interprete o viceversa.