Prima di rispondere alla chiamata di Gesù, Bartolomeo si chiamò Natanaele, cioè "Dono di Dio".
Purtroppo non si sa molto di questo apostolo. Seguì Gesù con devozione e viene spesso citato tra coloro davanti i quali il Maestro parlava, ma non fu mai protagonista. Come Simone e Andrea era un pescatore, veniva da Cana in Galilea e potremmo assumere che facesse parte dei seguaci di Giovanni Battista.
C'è però un evento nel Vangelo di Giovanni da cui possiamo attingere per capire la personalità dell'apostolo, e spiegarci perché, tra i molti, Gesù lo scelse come compagno di viaggio.
Natanaele era sotto ad un albero di fico, a godersi l'ombra e il riposo dopo una dura giornata di lavoro, quando gli si avvicinò Filippo. Euforico, l'amico gli disse "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth!". Il futuro Bartolomeo però era un uomo pratico, e annoiato rispose "Come può qualcosa di buono venire da Nazareth?".
Questa risposta ci fa capire quanto Natanaele fosse disilluso e stanco della sua vita; il suo spirito si stava lentamente avvizzendo a furia di lavoro e fatica, intossicato anche dall'ipocrisia di chi predicava al tempio, che si ricopriva di ricchezze e ignorava la povera gente. Era un uomo concreto e ragionava in base alla sua esperienza: conosceva bene Nazareth e sapeva che era solo un agglomerato di casupole messe alla rinfusa; come può il liberatore di Israele, che tanto attendeva, provenire da un posto simile?
Eppure, nonostante lo scetticismo, permise a Filippo di condurlo da Lui. Quando Gesù lo vide in pochissime parole gli toccò il cuore, poiché lesse la sua anima "Ecco finalmente un Israelita in cui non c'è falsità ". Bartolomeo, uomo corretto e ligio al dovere, si riconobbe in quelle parole. Rispose "Mi conosci?" e Gesù "Prima che Filippo ti venisse a cercare, ti ho visto sotto l'albero di fico".
Non sappiamo per quale ragione, ma queste parole commossero a tal punto San Bartolomeo che si inginocchiò e dichiarò "tu sei il figlio di Dio, tu sei il Re di Israele!". Chissà cosa pensava sotto il fico Natanaele, chissà quale pensiero Gesù captò, tanto che con una frase apparentemente innocua sia riuscito a smuovere l'animo scettico di un uomo che tanto aspettò da quasi perdere la speranza.
Gesù non rivelò questo segreto, anzi. Sdrammatizzò e si rese umile, rispondendo: "Perché ti ho detto che ti ho visto sotto il fico, tu credi? Vedrai cose ben più grandi di queste!" Questa frase viene usata spesso come esempio di ironia nel Vangelo di Giovanni.
Dopo questo evento, il rinominato Bartolomeo tornò nell'ombra. Assistette al miracolo del vino alle nozze di Cana, e fu tra quelli "assidui e concordi nella preghiera" durante la Pentecoste. Il resto è tradizione.
Dopo la morte di Gesù, insieme agli altri apostoli professò il Vangelo in Giudea, subendo maltrattamenti ed esilio. Si recò quindi ad evangelizzare l'India e l'Armenia, dove avrebbe addirittura convertito il re Polimio e la sua consorte, attirandosi le ire dei sacerdoti pagani.
Perciò fu catturato e subì un tremendo martirio: fu scuoiato vivo e decapitato. Perciò l'iconografia lo ritrae spesso con la sua stessa pelle in mano. Così Michelangelo lo ritrae nella Cappella Sistina: tra le pieghe della pelle sgualcita, si può riconoscere il profilo dell'artista stesso.
L'evento che vede Bartolomeo protagonista nella Bibbia sarà anche breve, ma nessun apostolo è stato accolto dal Signore con simili parole di encomio. Sotto l'albero di fico, Gesù percepì i sogni e le speranze non ancora sopite di un pessimista, e ne curò il cuore dandogli le giuste medicine: la comprensione e l'accettazione.
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