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Oggi si venera San Rocco da Montpellier

Patrono dei malati e guaritore miracoloso

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Nonostante la sua popolarità, di San Rocco si sa ben poco di certo. I dati bibliografici concordano che nacque intorno al 1345 a Montpellier in Francia, da una famiglia benestante ma caritatevole. Si racconta che i genitori non riuscissero ad avere figli e pregarono molto per un concepimento. Alla fine Dio li ascoltò: ebbero San Rocco come unico figlio, segnato da una croce vermiglia sul petto.

Dai genitori il giovane Rocco imparò tutti i buoni aspetti della dottrina cristiana e, quando questi morirono, rinunciò ai suoi beni terrieri per abbracciare una vita di devozione verso Gesù.

Dopo essersi votato al Terz'ordine Francescano, si vestì da pellegrino e decise di compiere un viaggio a piedi verso Roma, per poter vedere il Papa. Purtroppo non si sa quale sia stato l'itinerario di San Rocco, ma di certo nel Luglio 1367 era ad Acquapendente (Viterbo).

Sulla strada per il paese, Rocco incontrò diverse persone che lo esortavano a non proseguire oltre. A quel tempo in Italia imperversava la peste, e Acquapendente era stata contagiata. Il Santo non demorse, anzi, una volta arrivato iniziò subito a prendersi cura dei malati.

Con grande stupore di tutti (Santo incluso) a Rocco bastava fare il segno della Croce sulla fronte dei malati perché questi guarissero. Si fermò ad Acquapendente fino alla fine della pandemia. Avendo capito, così, la missione che Dio l'aveva mandato a compiere, San Rocco continuò il suo pellegrinaggio, fermandosi a curare tutti i malati che incontrava.

Arrivò dopo diverso tempo a Roma, nel 1367 o '68; Papa Urbano V era da poco tornato nella capitale dopo il soggiorno ad Avignone. Anche lì la peste imperversava, infatti la prima tappa di Rocco fu l'Ospedale Santo Spirito. Lì il Santo compì forse il suo miracolo più conosciuto: curò un cardinale in fin di vita. Riconoscendo in lui la santità, questo cardinale, riacquistate le sue energie, presentò Rocco al Papa. Urbano V era pronto a riempirlo di onori e venerarlo, ma il giovane San Rocco rifuggiva la notorietà. Era concentrato sul servizio agli altri, quindi ripartì, pensando a quante persone poteva ancora aiutare. Lasciò Roma nel 1371. 

Qualche tempo dopo, arrivò a Piacenza. Lì, senza mai fermarsi, curò i malati con la Croce, ma dopo un po' di tempo si rese conto di aver contratto la peste.

Senza dire niente a nessuno, si ritirò in una caverna nei boschi. Si racconta che il Santo fosse ormai pronto alla morte, ma Dio aveva ancora bisogno di lui. Un cane, ogni giorno, portava al Santo un tozzo di pane, così che non morisse di fame. Incuriosito dal vedere un cane comportarsi in modo così peculiare, un ricco signore seguì i passi dell'animale, e trovò San Rocco. Non ci pensò due volte: nonostante il rischio di contagio, così come anche il Santo aveva fatto innumerevoli volte, curò il malato.

Dopo essere guarito, San Rocco riprese il suo pellegrinaggio per tornare a casa, sempre fermandosi in ogni paese per curare i malati.

Non si sa molto degli ultimi anni del Santo, una volta che ritornò in patria. Si racconta che venne imprigionato perché ritenuto, per qualche ragione, una spia. Quando venne interrogato, non riferì il suo nome (ormai famoso in Italia e in Francia); disse solo "sono solo un umile servitore di Gesù Cristo". Perciò venne sbattuto in prigione a Voghera.

La tradizione racconta che il periodo di carcerazione fu ben accetto dal Santo che, sentendo che la sua missione era ormai conclusa, voleva riconnettersi a Dio. Perciò la prigionia per lui fu un purgatorio in vita, un luogo dove espiare i suoi peccati.

Quando si sentì prossimo alla morte, chiese alla guardia di chiamare un sacerdote. Mentre la guardia era via, occorsero alcuni eventi prodigiosi: si era sentito nel cielo un coro di fanciulli urlare "E' morto il Santo!" e le campane suonarono a festa da sole. Il governatore che l'aveva chiuso in prigione accorse insieme ad un sacerdote, e trovarono il Santo ormai trapassato. Era il 16 Agosto di un anno tra il 1376 e il 1379. San Rocco non poteva avere più di trentadue anni.

Fu una donna, probabilmente la madre stessa del governatore, a scoprire l'identità del prigioniero: la croce vermiglia sul petto, di cui si era parlato tanto, ne fu rivelatrice. Quello che avevano incarcerato era il famoso ragazzo Santo, che girava per il mondo e guariva tutte le città in cui passava.

Venne sepolto con tutti gli onori. Il suo corpo fu sepolto a Voghera, nella Cattedrale di Sant'Enrico. Adesso i suoi resti riposano nell'Arciconfraternita Scuola Grande di Venezia.

In vita come in morte, San Rocco fu ed è patrono dei malati. Tutt'ora la sua tomba è meta di pellegrinaggio per chi chiede guarigioni miracolose. 

PREGHIERA. O Dio, che concedeste a S. Rocco la grazia di guarire col segno della croce quelli che erano infetti di peste, noi vi supplichiamo per i suoi meriti e per sua intercessione, di preservarci dal contagio e dalla morte subitanea ed improvvisa.

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