Galleria Continua Roma ha il piacere di ospitare una mostra collettiva che celebra il tema
del colore in omaggio al testo scritto da Alberto Boatto nel 2008, Di tutti i colori. Da
Matisse a Boetti, le scelte cromatiche dell’arte moderna. Il libro, dal cui titolo l’esposizione
prende ispirazione, mostra un campionario dei colori dell’arte moderna e contemporanea,
rilegge il lavoro dei maestri delle avanguardie partendo dalle loro particolari predilezioni
cromatiche, svela il connubio tra tecnica e poetica.
Per l’occasione, sono state riunite insieme le opere di diversi artisti: Alighiero Boetti, Loris
Cecchini, Zhanna Kadyrova, Anish Kapoor, Moataz Nasr, Nedko Solakov, Michelangelo
Pistoletto, Marinella Senatore, Pascale Marthine Tayou, José Yaque.
“Di tutti i colori” vuole presentare le scelte cromatiche dell’arte contemporanea attraverso i
loghi monocromi attribuiti alle sedi di Galleria Continua verso la policromia di tutti gli artisti
e colori del mondo. La mostra intende esplorare le ricerche svolte dagli artisti attraverso un
confronto con diversi momenti e situazioni storico-culturali in un ampio raggio geografico.
Il colore è un aspetto della realtà ovvio ma allo stesso tempo sfuggente: elemento
interessante per analizzare come i termini linguistici associati al colore siano differenti tra
le diverse culture e società.
In mostra vengono presentate le opere di nove artisti che si confrontano con concetti
pittorici quali la materialità, la corporeità e la superficie. La particolarità di queste diverse
posizioni consiste nell’interesse per i processi fisici della pittura stessa, nel lavoro quasi
processuale sulla superficie del quadro o dell'oggetto. Gli artisti scelti si concentrano sul
colore e sul pigmento visti come elementi materiali e contenutistici, che completano la
superficie pittorica, espandendola a volte nel piano tridimensionale. La materialità del
colore può risultare più o meno tangibile nelle opere qui presentate, in alcune i supporti e
le proprietà materiche del pigmento diventano veri e propri eventi tattili.
Il percorso espositivo si apre con un emblematico ricamo di Alighiero Boetti; l’artista
giocando con le lingue, varia il colore delle lettere latine da una casella all’altra, mentre la
scrittura orientale cambia gradazione quando si passa da una striscia orizzontale alla
successiva. Dall’arazzo del ‘89 del maestro italiano passiamo alle nuove serie di lavori
ricamati dell’artista contemporaneo camerunense Pascale Marthine Tayou da sempre
interessato ai materiali e ai loro significati. Fanno da contraltare a queste opere così
delicate ed artigianali, i colori industriali dei famosi specchi di Michelangelo Pistoletto -
artista interprete di una ricerca in continua evoluzione aperta al dialogo e allo scambio - e
la scultura di Anish Kapoor, una sorta di grande goccia perfettamente levigata di color
rosso sangue, colore che l’artista definisce contraddittorio, in quanto violento ma al
contempo fragile e delicato. Chiude la prima sala la serie di acquerelli “Stories in Colour”
dell’artista bulgaro Nedko Solakov, che qui utilizza il colore come mezzo per dare
profondità alle immagini delicate e poetiche dei personaggi che popolano il suo universo
creativo. Nella seconda sala gli artisti Daniel Buren e Moataz Nasr ricorrono al colore per
giocare con le forme. Da una parte l’artista francese con “A Frame in a Frame in a Frame,
N° 39 Red – Aka”: strisce di color rosso vivo e bianco su lastre di vetro incorniciate che
compongono una forma geometrica frammentata; dall’altra Nasr con “Come to Light”, una
serie di cristalli trasparenti dei colori dell’arcobaleno che prendono forma dalla
sovrapposizione di tre forme geometriche: il cubo che richiama il corpo umano, l’ottagono
emblema dell’anima e la semisfera immagine dell’infinito. L’artista cubano José Yaque ci
trasporta nella vastità materica e vibrante del colore che stende con le mani sulle tele.
Nelle pieghe della superficie agitate da complesse sovrapposizioni di colore tutto diventa
una danza. Zhanna Kadyrova con “Diamond” sceglie un colore blu notte per trasformare la
piastrella da materiale povero di uso quotidiano in oggetto prezioso. La pratica artistica di
Marinella Senatore, caratterizzata da una forte dimensione collettiva e partecipativa e da
una narrazione incentrata su tematiche sociali, politiche e culturali, si esprime in questa
mostra attraverso una serie di colorati collage fotografici. Shilpa Gupta con le stampe a
getto di inchiostro pigmentate della serie “Altered Inheritances - 100 (Last Name) Stories”
racconta la storia di un mondo costantemente alla ricerca di un’identità e in continua
trasformazione. Formalizzati come una sorta di archivio, questi frammenti di storie
percorrono una traiettoria che va dalla sfera personale a quella collettiva. Conclude il
percorso un quadro monocromo di Loris Cecchini dove lo sguardo si perde in una
luminosa superficie in polvere di velluto.