14 marzo Teatro Comunale - Priverno 16 marzo Teatro Moderno - Latina 23 marzo al Teatro del Lido di Ostia dal 25 al 30 marzo al Teatro India - Roma DIECI STORIE PROPRIO COSÌ - terzo atto da un’idea di Giulia Minoli drammaturgia Emanuela Giordano e Giulia Minoli regia Emanuela Giordano con Maria Chiara Augenti, Daria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Valentina Minzoni, Alessio Vassallo e con Tommaso Di Giulio (chitarre) e Paolo Volpini (batteria) musiche originali Tommaso Di Giulio Produzione Teatro di Roma - Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Nazionale, Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus – Centro di Produzione Teatrale in collaborazione con Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e The Co2 Crisis Opportunity Onlus Dieci storie proprio così è parte integrante del progetto Il Palcoscenico della legalità assistenti Giulia Agostini, Noemi Caputo, Tania Ciletti, Benedetta Genisio, Giulia Mastalli Ritorna in scena DIECI STORIE PROPRIO COSÌ – atto terzo, uno progetto di Emanuela Giordano e Giulia Minoli per una partitura di storie lontane e recenti che attiva parole, musica, immagini, sulla piaga del malaffare, della corruzione, delle mafie che ormai hanno aggredito l’intero Paese, da Sud a Nord, e la cui trasformazione costante, insidiosa e ancor più subdola, spaventa e preoccupa. Un atto di creazione finalizzato alla informazione e alla formazione dei futuri cittadini, confidando di contribuire alla rigenerazione di un rinnovato senso civico, alzare i veli su ciò che i giovani di oggi non sanno e instillare in loro il coraggio della sfida al cambiamento e la fiducia nella costruzione di un futuro migliore per tutti. È proprio con questo sguardo rivolto alle nuove generazioni che la tournée di DIECI STORIE PROPRIO COSÌ - terzo atto approda nel Lazio, andando in scena con una serie di matinée dedicata alle scuole e ai ragazzi: il 14 marzo al Teatro Comunale di Priverno (ore 11.30); si prosegue il 16 marzo al Teatro Moderno di Latina (ore 11.30) con una replica gratuita in pomeridiana (alle ore 17.30); per arrivare al Teatro del Lido di Ostia il 23 marzo (ore 21) e giungere infine dal 25 al 30 marzo al Teatro India di Roma con altrettante matinée (ore 11) e una serale il 30 marzo (ore 19). Quattro tappe importanti di un progetto in continua crescita e evoluzione. Lo spettacolo torna in scena a Latina, grazie al sostegno dell’Osservatorio per la legalità e la sicurezza del Lazio. Giampiero Cioffredi, presidente dell’Osservatorio ha affermato: “Nella nostra Regione è fondamentale tenere alta la soglia dell'attenzione per contrastare i modelli criminali con i quali le mafie si sono radicati nei nostri territori. Il Teatro, con questo spettacolo diventa uno strumento fondamentale per l’affermazione di una cultura della responsabilità e della legalità.” A Latina, durante il dibattito che seguirà la matinée, sarà presente Daniele Marannano di AddioPizzo, associazione nata nel 2004 a Palermo, che da oltre un anno ha inaugurato una seconda sede a Latina con l’intento di costituire una rete composta da docenti, studenti, cittadini e operatori economici che cerchi di conoscere più in profondità dinamiche estorsive e fenomeni criminali attraverso cui operano i diversi clan organizzati a Latina, fornire assistenza legale e implementare attività di advocacy. DIECI STORIE PROPRIO COSÌ - terzo atto è parte integrante del progetto Il palcoscenico della legalità (www.theco22.org). Una “ragionata provocazione” contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire. È lo svelamento dei complessi legami che si intrecciano tra economia “legale” ed economia “criminale”, legami che uccidono il libero mercato e minacciano gravemente il nostro futuro. «Siamo partite nel 2012 scavando nella memoria, per ricordare chi ha combattuto le mafie – dichiarano le autrici Emanuela Giordano e Giulia Minoli – da allora abbiamo viaggiato in tutta Italia, approfondendo il tema della lotta alla criminalità organizzata grazie all'aiuto di alcune università italiane e ai tanti testimoni che ci hanno raccontato le loro storie. Sono più di cinquanta le persone che abbiamo conosciuto e cogliamo l'occasione per ringraziarle: sono stati incontri importanti, ci hanno permesso di accrescere la nostra consapevolezza. Per questa ragione abbiamo deciso di concentrarci sul presente, su ciò che accade ora e su quello che ognuno di noi può realmente fare, assumendoci la responsabilità di un cambiamento faticoso, difficile ma irrinunciabile. Abbiamo tracciato il profilo di personaggi collusi, grazie alla loro complicità le mafie hanno potuto infiltrarsi in tutti i settori dell'economia. E non solo di quella. Per fortuna c'è chi si oppone, rischia, denuncia, indica alternative fattibili a questo degrado. C'è chi sceglie. Vogliamo raccontarvi un'Italia poco conosciuta. Vogliamo farvi conoscere le strategie di impegno di un gruppo di liceali, la sfida di alcuni imprenditori, vogliamo mostrarvi un'Italia viva. Possiamo farlo anche noi. Stare insieme, in teatro, può aiutarci a imparare». —————————————————- IL PROGETTO Il palcoscenico della legalità è un progetto sperimentale di collaborazione tra teatri, istituti penitenziari minorili, scuole, università e società civile. Sono coinvolte le maggiori Istituzioni teatrali d’Italia, le associazioni impegnate nell’antimafia e quelle che lavorano per il riutilizzo sociale dei beni confiscati. Il progetto nasce nella sua prima forma di spettacolo, Dieci storie proprio così, dall’incontro con decine di familiari di vittime innocenti di mafia, camorra, criminalità e con i responsabili di cooperative e associazioni che sulle terre confiscate alla mafia hanno costruito speranze, lavoro, accoglienza, idee. Lo spettacolo, in seguito a questo primo traguardo, è diventato strumento di riflessione sul come strutturare un rapporto continuativo e di scambio benefico tra istituzioni pubbliche e private perché insieme si apprenda un nuovo alfabeto civile. Da allora nelle scuole sono stati attivati laboratori propedeutici alla visione dello spettacolo (più di 48.000 gli studenti coinvolti). Il linguaggio e le tecniche teatrali sono diventati strumento per imparare il lavoro di squadra, ma soprattutto per ragionare sulla nostra responsabilità individuale e collettiva riguardo a logiche e culture mafiose. Attualmente l’attività formativa è in corso nelle scuole di dieci regioni italiane. Parallelamente si è sviluppato il progetto di formazione sui mestieri del teatro negli Istituti Penitenziari Minorili di Airola (BN) e Malaspina (PA), da cui sono nati gli spettacoli “Aspettando il tempo che passa” nel carcere di Airola, Fiesta al Malaspina di Palermo e il brano rap Puortame là fore interpretato da Lucariello e Raiz. Nel 2017 abbiamo realizzato un film documentario, Dieci storie proprio così, coprodotto da Jmovie e Rai Cinema, che percorre le tappe del nostro progetto. Ci racconta chi siamo, a che punto siamo arrivati e che cosa possiamo fare concretamente tutti, come cittadini, contro la criminalità organizzata. Vogliamo accendere i riflettori su un mondo che caparbiamente va avanti, che delinea un futuro su cui dobbiamo investire. La rete di associazioni che oggi sostiene le varie fasi di questo esperimento nasce dalla volontà di Giulia Minoli, con Co2 Crisis Opportunity Onlus, di creare un legame virtuoso di collaborazione. LE STORIE DI DIECI STORIE 2018 Bruno Caccia: procuratore della repubblica di Torino, ucciso dalla ‘ndrangheta nel giugno del 1983. La controversa storia dell'unico omicidio di 'ndrangheta nel nord Italia che lascia trasparire in filigrana la fitta rete di relazioni che negli anni Ottanta connetteva alcuni membri della criminalità organizzata calabrese a esponenti delle istituzioni e della magistratura piemontese. Cortocircuito: è un’associazione culturale antimafia di Reggio Emilia, formata da studenti universitari. Nasce nel 2009 come giornalino studentesco indipendente e web-tv per le scuole. Attraverso delle video-inchieste e dei reportage ha messo in luce la penetrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso nel territorio.
Giovanni Tizian: è un giornalista calabrese, si traferisce in Emilia Romagna dopo l’omicidio del padre, un funzionario di banca che non si era piegato alla ‘ndrangheta. Laureato in criminologia presso l'Università di Bologna, ha iniziato a scrivere con la Gazzetta di Modena nel 2006 conducendo inchieste sulle infiltrazioni mafiose nel territorio. Dal 2011 vive sotto scorta. Gaetano Saffioti: imprenditore edile calabrese. Per anni subisce le violenze della ‘ndrangheta, fino a quando decide di denunciare per riconquistare la propria libertà, diventando testimone di giustizia. La sua denuncia ha contribuito all’arresto di molti boss della Piana di Gioia Tauro. Oggi vive sotto scorta, ma continua a lavorare in Calabria. Gabriella Augusta Maria Leone: Sindaco di Leinì, comune in provincia di Torino. La storia di un rinnovato impegno politico e sociale in un comune precedentemente sciolto per infiltrazioni mafiose. Maria Stefanelli: la prima donna testimone di giustizia contro la ‘ndrangheta al nord appartenente a famiglie mafiose. Vive con la figlia sotto protezione dello Stato ed è testimone al maxi processo Minotauro, che indaga le infiltrazioni delle cosche calabresi in Piemonte. Sanitaensamble: orchestra giovanile attiva nel Rione Sanità di Napoli - un quartiere spesso associato a storie di degrado e marginalità - che offre a bambini, adolescenti e giovani una formazione musicale di alto profilo. Federica Angeli: giornalista di La Repubblica che vive ad Ostia, il municipio di Roma sciolto nel 2015 per infiltrazioni mafiose. Per le sue coraggiose indagini e denunce oggi vive sotto scorta. Cooperativa sociale La paranza: nata nel 2006 da un gruppo di ragazzi e ragazze del Rione Sanità di Napoli, ha contribuito alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del quartiere. Negli anni hanno progettato e sviluppato percorsi formativi e processi di inserimento lavorativo, di scambio e di networking fra persone, enti ed associazioni. Fiume in piena: un movimento popolare che raccoglie cittadini, studenti, associazioni, rappresentanze sociali e territoriali provenienti dal triangolo della Terra dei Fuochi, in prima linea nella lotta per la salvaguardia dell’ambiente contro gli abusi della criminalità organizzata.
La fattoria di Masaniello Ristorante - Pizzeria Etica: nasce nel quartiere Pilastro di Bologna e coinvolge lavoratori svantaggiati e una rete di associazioni e cooperative del territorio con cui mette in campo attività educative, formative e culturali. Per la sua cucina utilizza prodotti realizzati da cooperative sociali che lavorano su terreni confiscati alle mafie, presidi Slow Food, aziende antiracket o che operano in carcere. L’Associazione Figli in Famiglia: ha creato un centro di aggregazione minorile in un appartamento confiscato al clan Mazzarella a San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli. Nicoletta Polifroni: calabrese, ha studiato legge a Bologna. Nel 1996 suo padre, un imprenditore edile, è stato ucciso dalla ‘ndrangheta perché si rifiutava di pagare il pizzo. Tamara Ianni: collaboratrice di giustizia di 29 anni e testimone chiave nel processo al clan Spada. Per la sua testimonianza oggi vive in una località protetta. Abbiamo utilizzato inoltre storie, riflessioni e archetipi umani che sintetizzano la complessità di un problema che non può più essere affrontato tracciando con sicurezza una linea di demarcazione tra chi è "contaminato" e chi non lo è.