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Con "Speriamo che sia femmina"il maestro realizza un'opera osannata dalla critica,vincitrice di svariati,David di Donatello,Nastri d'argento e Ciak d'oro. Un opera stilisticamente perfetta nel narrare l'intimismo del mondo femminile dove la sensibilità e l'acume intellettivo risulterà inarrivabile. Dopo altri"assaggi"di commedia posta in un determinato contesto storico come"I Picari"e"Rossini! Rossini!",ecco che il maestro si soffermerà a delineare le sfaccettature più o meno cupe della classica famiglia italiana con il suo riuscitissimo"Parenti serpenti".
Commedia esaltante e "nera" dove si presenta senza mezzi termini una grande famiglia italiana,pervasa dall'arrivismo e l'ipocrisia dei vari legami di parentela. Il maestro riflette e fa riflettere sul concetto di famiglia che non ha più niente di giusto e che ormai nella società contemporanea priva di valori,non puo esistere altrimenti se non attraverso i parametri ipocriti e falsati che sanno di sporco e i parenti quindi,non possono essere che visti come dei subdoli serpenti. Ritornerà qualche anno dopo sullo stesso argomento dirigendone un sequel nel 1999 che prende il nome,guarda caso,di"Panni sporchi". Nel 1994 il maestro dirigerà il suo ultimo grande gioiello:"Cari fottutissimi amici". Si ritorna all'epoca della seconda guerra mondiale,l'anno di rappresentazione storica è il 1944;la cornice torna ad essere la splendida Firenze,appena liberata dagli alleati. Un anziano ex pugile interpretato magistralmente da un Paolo Villaggio in stato di grazia,radunerà un manipolo di giovani,nell'intento di sbarcare il lunario,attraverso la fondazione di una compagnia pugilistica itinerante. Un road-movie all'italiana attraverso le macerie della guerra ancora in atto,l'umanità dei personaggi e le loro interpretazioni come grido di chi vuole emergere e esaltare il senso della vita. In questa opera di assoluta bellezza visiva,troviamo tra l'altro,un bravissimo Massimo Ceccherini,che dimostrò grazie alle direttive artistiche del maestro Monicelli,di avere le qualità per uscire da una certa maschera macchiettistica,ricordando a tutti pubblico e critici di saper fare bene l'attore,sopratutto se ben diretto.
Con"Cari fottutissimi amici"Monicelli vinse l'ultimo suo grande premio in merito alla regia di un opera cinematografica,ovvero,la"Menzione speciale"del Festival di Berlino dove per l'ennesima volta ritornò a trionfare. La sua carriera,infine,fu costellata di riconoscimenti e premi,fu acclamato da un vasto pubblico italiano ed internazionale,fu riconosciuto in maniera netta dalla critica unanime. I suoi sodalizi con i più grandi attori e attrici italiani fecero il resto;all'interno dei suoi film troviamo le più grandi interpretazioni e prove di attore di sempre,da Totò a Sordi,da Gassman a Tognazzi,da Giannini a Villaggio,dalla Melato alla Vitti e tanti tanti altri. Monicelli è il padre della commedia all'italiana nella sua massima espressione,nella sua più elevata caratura;attraverso le sue opere ritroviamo tutta la nostra Italia che si rispecchia in essa,riconoscendosi e comprendendone,quindi,allo stesso tempo tutti propri pregi e limiti. I suoi film trionferanno in tutta europa,osannati da critica e pubblico,l'unico cruccio del maestro fu la mancata vittoria dell'Oscar,nonostante,le svariate nominations ricevute negli anni.Poco male!
Quello che resta è un tributo enorme che gli ha dato attraverso l'esaltazione della Settima Arte, a tutti noi,che ancora oggi è un saggio storico culturale di costume e società italiana al quale possiamo attingere per capire e per capirci,per guardare al passato e scrutare il futuro,nella piena consapevolezza dell'importanza assoluta del presente. Il cinema di Monicelli ci rende liberi e orgogliosi di appartenere al Paese più bello del mondo che tra le tante cose,ci ha regalato un "figlio" senza tempo, pieno di una vitalità inarrivabile,un instancabile lavoratore che fece del cinema la sua stessa vita un monito,infine,per tutti quei giovani che potranno affrontare gli affanni inevitabili della propria esistenza,attraverso un'idea di commedia che non risulterà mai banale, strizzando l'occhio a quello che possiamo senza dubbio considerare"Il Cinema"stesso, Mario Monicelli.