Una delle mostre più attese dell’autunno, è "Ai Weiwei. Libero", la prima retrospettiva italiana dedicata a uno dei più celebri e controversi artisti contemporanei in programma a Firenze in Palazzo Strozzi dal 23 settembre al 22 gennaio.
Figlio di Al Quing, uno dei più grandi poeti cinesi del ‘900 e noto per le sue idee anticomuniste, Ai Wewei si è opposto lui stesso al regime cinese tanto da essere stato recluso per 81 giorni dal 2 aprile al 22 giugno 2011. Una detenzione che fece scalpore in occidente e che spinse i principali musei del mondo a lanciare a suo favore una petizione online che raccolse l’adesione di migliaia di persone.
Nel corso degli ultimi venti anni Ai Weiwei si è imposto sulla scena internazionale come il più famoso artista cinese vivente e una delle più influenti personalità del nostro tempo, muovendosi sempre tra attivismo politico e ricerca artistica, diventando così un simbolo della lotta per la libertà di espressione.
La mostra di Firenze è una straordinaria occasione per scoprire il genio creativo di questo artista attraverso le sue opere in cui si fondono riferimenti alla storia cinese passata e presente. Ai Wewei gioca tra antico e contemporaneo, tra passato, presente e futuro, denunciando un rapporto ambivalente con il proprio paese, diviso tra un profondo senso d’appartenenza che emerge dall’utilizzo di materiali e tecniche tradizionali e un altrettanto forte senso di ribellione con cui manipola oggetti, immagini e metafore della cultura cinese, denunciando le contraddizioni tra individuo e collettività nel mondo contemporaneo.
Per la prima volta Palazzo Strozzi sarà utilizzato come uno spazio espositivo unitario che propone un percorso tra installazioni monumentali, sculture e oggetti simbolo della sua carriera, video e serie fotografiche dal forte impatto politico e simbolico, permettendo una totale immersione nel mondo artistico e nella biografia personale di Ai Weiwei.
Le opere esposte spaziano dal periodo newyorkese tra gli anni ottanta e novanta in cui scopre l’arte dei suoi “maestri” Andy Warhol e Marcel Duchamp alle grandi opere iconiche degli anni duemila fatte di assemblaggi di materiali e oggetti come biciclette e sgabelli, fino alle opere politiche e controverse che hanno segnato gli ultimi tempi della sua produzione artistica, come i ritratti di dissidenti politici in LEGO o i recenti progetti sulle migrazioni nel Mediterraneo.
Intanto Firenze si divide sull’unica installazione visibile prima dell’apertura della mostra: “Reframe”, ovvero ventidue gommoni rossi ispirati a quelli impiegati per prestare soccorso ai migranti che attraversano il Mediterraneo che sono stati montati come cornici intorno alle bifore del piano nobile dell'edificio rinascimentale.
Ai Wewei non è nuovo a questo tipo di provocazioni avendo già tappezzato, ad esempio lo scorso febbraio, con quattordicimila salvagenti raccolti a Lesbo le colonne della Konzerthaus di Berlino in ricordo dei milioni di persone che fuggono dalla guerra.
La mostra non resterà confinata fra le mura di Palazzo Strozzi. Un'opera di Ai Weiwei, una scultura raffigurante una telecamera di marmo, sarà esposta all'interno degli Uffizi, mentre al Mercato Centrale a San Lorenzo sarà visibile un'altra grande installazione con le foto del progetto "Study of Perspective", in cui l'artista mostra provocatoriamente il dito medio di fronte ad alcuni dei più famosi monumenti al mondo, dalla Tour Eiffel alla Casa Bianca. Anche in questo caso, la mostra fiorentina è stata l'occasione per incrementare la serie con una foto scattata proprio di fronte a Palazzo Strozzi.