Tutti oramai abbiamo capito quanto l’Unione Europea abbia come preciso obbiettivo quello di distruggere in modo sistematico e mirato i nostri due patrimoni nazionali: il turismo e l’enogastronomia italiana.
Qualsiasi tipo di accordo che il BelPaese ha sottoscritto a livello comunitario ha sempre comportato una rinuncia alla sovranità agroalimentare a vantaggio delle lobby industriali; l’unico risultato evidente agli occhi anche dei maggiori sprovveduti è proprio la standardizzazione del gusto cancellando con un colpo di spugna, o meglio con un colpo legislativo, secoli di tradizioni e di storia.
I Ministri dell’Agricoltura UE stanno elaborando un Piano scrivendo un’unica normativa trattante l’agricoltura biologica che consiste nell’imposizione di fatto di una standardizzazione dei gusti, sapori e delle tecniche di produzione. Non solo ma è data facoltà di poter importare prodotti biologici da Paesi extraeuropei che si trovano ad avere un regime di conformità con le norme produttive applicate in Europa; non vengono tenuti in considerazione le montagne di accordi di deroghe sanitarie e fitosanitarie stipulati tra un singolo Paese europeo ed un Paese extraeuropeo. Oltre a dubitare legittimamente della situazione sanitaria in cui vengono coltivati molti prodotti siamo altamente perplessi che alla dogana vengano effettuati controlli sistematici, secondo modalità di prelievo internazionali, su tutti gli arrivi per l’enormità di costi di analisi, alta deperibilità della merce e costi di stoccaggio temporaneo del prodotto.
Nella seconda parte dell’accordo si parla della certificazione di Gruppo per consentire un accesso più facile al settore del biologico per le piccole Aziende produttrici attive per lo più in aree marginali; le grandi personalità europee si sono volutamente dimenticate che le piccole Aziende non potranno mai realizzare una certificazione per gli sproporzionati costi imposti dagli Enti certificatori di fatto vicini ai noti politici.
In definitiva questo Piano porterà alla scomparsa di migliaia di Aziende biologiche in Italia in quanto non tutelate a livello legislativo ma anche perchè massacrate dalla competizione commerciale dai prodotti “similari” extra UE. L’agricoltura biologica iniziata anni fa come un segmento di nicchia sconosciuto ai più è diventata negli ultimi anni, grazie ad una crescita vertiginosa, pilastro portante dell’economia agricola nazionale. L’irresponsabilità dell’autorizzazione di importare BIO dai Paesi extra europei causerà una repentina marcia indietro del lavoro fatto fino ad ora sia in termini di crescita aziendale, in termini di valore aggiunto al prodotto, in termini occupazionali ma anche in termini di sensibilità sociale sviluppata dagli italiani verso questo settore.