Il turismo lento ed esperienziale, in Abruzzo ma anche in altre parti d’Italia, continua ad avere un discreto successo tra gli appassionati. I cammini non smettono mai di stupire i viaggiatori patiti di natura, cultura e tradizioni che desiderano immergersi nel verde e nella spiritualità, di qualsiasi tipo si tratti. Inoltre i cammini sono un modo per valorizzare il territorio, facendo conoscere nuove realtà ai viaggiatori e incrementare in quei luoghi un turismo del tutto sostenibile cercando di creare una fitta rete economica che possa in qualche modo recuperare le zone montuose spesso abbandonate.
L’Abruzzo, regione verde e ricca di patrimoni artistici e naturalistici, vanta alcuni cammini caratteristici. Uno dei più noti, specialmente per la sua anima selvaggia, è senza dubbio il cammino dei Briganti. Tra paesi medievali e natura impervia, è lungo 100 km ed è suddiviso in 7 tappe da percorrere in 7 giorni Si dispiega in modo circolare tra Abruzzo e Lazio ed è un cammino fatto da volontari, senza finanziamenti pubblici. La collaborazione da parte di tutti, quindi, è indispensabile per il mantenimento della natura e del cammino stesso.
In merito a questo, organizzatori e viandanti hanno a cuore una questione delicata che riguarda un lago che si incontra tra le tappe del cammino dei Briganti. Si tratta del lago della Duchessa. Situato nel territorio laziale tra i monti Morrone e Murolungo, nell’immediato confine con l’Abruzzo, è un lago di origine carsica. Considerato uno dei laghi più alti dell’Appennino, è inserito nella “direttiva Habitat” dell’Ue, un particolare riconoscimento che hanno determinati luoghi in cui è necessario conservare gli habitat naturali di flora e fauna selvatiche. Il lago non è alimentato da sorgenti ma il livello dell’acqua dipende sostanzialmente dalla pioggia e dalla neve. In più, il pascolo in zone carsiche è favorito dalla crescita di particolari piante adatte specialmente agli ovini. Per questo è frequente trovare animali nelle loro vicinanze.
Il lago della Duchessa è un punto d’incontro per gli animali in alpeggio (equini e bovini in special modo) che utilizzano le acque per abbeverarsi. Purtroppo cavalli e vacche rimangono anche per mesi attorno e dentro al lago espellendo lì le loro deiezioni che inevitabilmente inquinano le acque (causando quella che viene definita eutrofizzazione). Tale comportamento, assieme all'intenso calpestio del pascolo minacciano fortemente l’habitat delle specie presenti nel lago e nella zona adiacente che ricordiamo, essere posta sotto tutela dall’Unione europea. Questo il motivo per cui il cammino dei Briganti sta denunciando la situazione riprendendo i pastori che non hanno cura dei propri animali permettendo loro di stazionare nel lago e contribuendo a poco a poco alla sua morte.
Luca Gianotti, ideatore del cammino, ha lanciato anche una raccolta firme per regolamentare il pascolo al lago della Duchessa (Qui)
Non è impossibile salvaguardare la natura e il lago. Serve, però, l’impegno di tutti e soprattutto dei pastori. È importante sensibilizzarli sul tema anche se le idee e le usanze di chi porta avanti tradizioni antiche e radicate sono molto complesse da cambiare.