Una strage quella che sta capitando in Botswana, in Africa del Sud. In poche settimane sono morti più di 350 elefanti per cause ancora incerte lungo il delta del fiume Okavango, a nord del Paese. Le ipotesi principali sono l’avvelenamento o una malattia sconosciuta mentre si esclude il bracconaggio.
Secondo i dati dell’organizzazione Elefanti senza frontiere, il 70% degli animali è morto nelle vicinanze di fonti d’acqua e, sostengono, è da molto tempo che non accadeva una strage simile. Il numero degli animali già deceduti potrebbe essere sottostimato e nel corso dei giorni sembrerebbe aumentare a causa di molti elefanti indeboliti e prossimi alla morte.
Si sta cercando di capire cosa possa provocare il decesso dei pachidermi, per ora sono state scartate l’ipotesi del covid-19 e dell’antrace. Alcuni testimoni hanno visto gli animali camminare in tondo, disorientati, atteggiamento riconducibile a un problema neurologico. Il dottor Niall McCann di Elefanti senza frontiere ha spiegato che “se si osservano le carcasse, alcuni elefanti sono caduti a terra di faccia il che suggerisce una morte quasi istantanea, altri elefanti stanno morendo più lentamente, come quelli che vagano in giro”. Intanto il dipartimento per la protezione della fauna selvatica e dei parchi nazionali del Botswana ha annunciato che i risultati dei test effettuati sui cadaveri arriveranno nelle prossime settimane.
Gli scienziati già annunciano il disastro ambientale, gli elefanti africani attualmente non sono in serio rischio di estinzione ma le popolazioni negli ultimi anni sono fortemente diminuite. Nell’area del delta dell’Okavango si stima vivano circa 15 mila elefanti, il 10% degli esemplari dello Zimbabwe, che ospita un terzo di tutti gli elefanti africani.