Sono passati ormai venticinque anni – era il 1992 – da quando fu approvata la legge che stabilì l'interruzione definitiva dell'uso dei pannelli isolanti in amianto nell'edilizia sia industriale che residenziale; e sono quindi ormai venticinque anni che è in corso il processo di rimozione dell'amianto friabile dagli edifici e del suo smaltimento a norme di sicurezza.
A che punto siamo in questa opera così necessaria per salvaguardare la salute pubblica dal rischio di tumori e di asbestosi legato all'inalazione delle fibre liberate dai pannelli stessi? Purtroppo, ci dicono le statistiche, ancora molto indietro, dato che si stima ci siano ancora circa cento milioni di metri quadri di amianto alla cui rimozione in sicurezza si deve ancora procedere interamente.
Abbiamo chiesto lumi ad un'azienda specializzata proprio nel trattamento e nella rimozione dell'amianto friabile, e il quadro che ci è stato dipinto è di urgenza, ma non di allarme. La situazione, in realtà , è molto semplice: la mole di lavoro relativa alla rimozione dell'amianto friabile è enorme, ed è questo ad avere generato tempistiche tanto prolungate. La raccomandazione è però quella di non perdere di vista l'effettiva urgenza del problema: sebbene alcuni dei pannelli ancora da rimuovere siano sicuramente di installazione più recente, e quindi ancora non stiano liberando fibre cancerogene, sono numerosissime le istanze di amianto friabile vecchio e tossico, per il quale la rimozione deve essere tempestiva e accurata.
Nonostante i costi, ancora purtroppo significativi, l'operazione è infatti irrinunciabile: si tratta innanzitutto di un obbligo di legge, che non può essere ignorato senza incorrere in gravi sanzioni, e oltre a questo il rischio per la salute di chi respira quantità significative di fibre d'amianto è gravissimo, dato che queste possono causare sia tumori sia la ben nota asbestosi. Un immediato contatto con un'azienda specializzata, che possa effettuare un sopralluogo, è il primo passo da prendere per tutti i proprietari d'immobili precedenti al '92 che ancora non l'abbiano fatto: è una questione di sicurezza pressante.