Quando si innesca un processo non si sa mai dove si andrà a finire!
Qualcuno forse ricorda la nostra opposizione alla “fossa degli orsi” che il Parco propose e fece realizzare nella splendida, geologicamente importantissima ed integra (prima!) “Dolina di Campoli”; un fenomeno carsico tra i più spettacolari che da solo doveva essere valorizzato come attrattatore turistico per quel paese del Parco. Invece lo hanno voluto trasformare in una banale “fossa per gli orsi”, o recinto (lo si definisca come si vuole. Certo).
Comprensibile è stato l’assenso del Comune e la condivisione dei cittadini di Campoli Appennino (paese più noto per i suoi tartufi che non per il Parco e, tanto meno, per la sua fossa degli orsi, anche se a seguito di ciò gli è stato affibbiato lo slogan turistico di “paese degli orsi”), meno quello dell’Ente Parco che lo ha promosso.
Purtroppo a Campoli appennino gli orsi marsicani ci bazzicano veramente, ma quando abbandonano il Parco e le sue montagne per andare a saccheggiare frutteti, arnie ed animali domestici nelle poche case agricole dei circondari dove ancora esistono o li possiedono (raramente rimborsati!).
A suo tempo (settembre 2010) la scrivente associazione mise in guardia sul rischio che quegli orsi (due, maschio e femmina) potessero riprodursi creando un problema non da poco, visto che la loro prole non la si sarebbe poi potuta liberare da nessuna parte. Senza ignorare il rischio che sia gli adulti sia i piccoli potessero uscire da quella fossa per malaugurati atti dolosi (di misfatti del genere gli animalisti ne hanno fatti non pochi!) e, quindi, quello di un inquinamento genetico della popolazione originaria – sebbene all’epoca si fosse cercato di far credere all’opinione pubblica che si trattasse di orsi marsicani, mentre era ed è notorio che i due orsi avevano un’altra origine geografica (Slovenia?).
Fortunatamente quel maschio e quella femmina si fecero i… fatti loro, e non si accoppiarono mai. Ed è forse proprio per questo che ora li si vuole “aiutare” in quello che non si dovrebbe MAI fare, e che anzi, dovrebbe essere impedito per legge. Sebbene non crediamo che la convenzione CITES sottoscritta dal Governo italiano lo impegni a far sterilizzare qualsiasi esemplare di animale non autoctono che sia importato in Italia, in questo caso andrebbe comunque fatto; e sarebbe gravissimo se non lo si facesse!
Qui c’è veramente a rischio la purezza genetica del mite e modesto Orso marsicano!
Che non si finisca per fare, volenti o nolenti, quello che è stato fatto ufficialmente in Trentino, dove di veri orsi “trentini” non ne esistono più, essendo stati rinsanguati con un tal numero di esemplari sloveni, da poterli oggi, appunto, definire non più “orsi trentini” ma “orsi sloveni”! Non per nulla assai più aggressivi, e forse più grandi, dell’originale Orso del Trentino di antica memoria: crediamo siano molti gli studiosi degli anni 50/70 a rivoltarsi nella tomba per quell’operazione che, se andava fatta, andava fatta con ben altri quantitativi immissivi (ma, si sa, le cose più sono in grande più soldi si fanno circolare!).
Come diceva il fu On. Andreotti, a pensare male si fa peccato ma spesso ci si indovina (lui non avrebbe mai utilizzato il verbo “azzeccare”)! Non vorremmo infatti che di fronte al fallimento della politica che avrebbe dovuto salvare l’Orso marsicano e che invece lo ha ridotto ad una cinquantina di esemplari sparsi in tutti i monti dell’Italia centrale, si sia magari pensato a questi “orsi albanesi” per cominciare a creare le basi per un’identica operazione. Ambientalisti SERI state (stiamo) IN ALLERTA!
Se così dovesse mai essere, non possiamo che auspicare una vera rivolta popolare di abruzzesi e ciociari contro questa folle, per non dire sciagurata, ipotesi! E ci appelliamo al mondo ambientalista affinché finalmente si faccia garante e controllore morale affinché ciò non avvenga, né oggi né mai: meglio allora l’ipotesi riproduttori autoctoni che altri hanno già proposto qualche anno fa, nonostante la difficoltà successiva di inserire poi in natura l’auspicata prole.
La gente d’Abruzzo e Ciociaria sia orgogliosa del proprio Orso, che è l’effige di un turismo sano e della LORO terra, e non consenta ai “gestori faunistici” con radici urbane di manipolarlo per nascondere i loro insuccessi,… negazionisti di mais, grano e pecore!
Saggezza! Saggezza e buon senso! In un paese dove la saggezza ed il buonsenso spesso latitano!
Murialdo, 15 Febbraio 2017
Franco Zunino
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness