L’indice ISPRED dell’Enea
L’ENEA ha pubblicato i dati relativi al III trimestre 2016 sull’analisi del sistema energetico italiano. Il rapporto dell’Ente elabora con cadenza trimestrale l’ISPRED, ovvero l’Indice Sicurezza energetica, PRezzo Energia e Decarbonizzazione, che serve a valutare “in maniera sintetica l’evoluzione del sistema energetico lungo le tre tradizionali dimensioni della politica energetica (c.d. trilemma energetico: decarbonizzazione, sicurezza e prezzi dell’energia per il sistema industriale)”. Questo indice può variare da un minimo pari a zero che corrisponde ad “elevata criticità” del sistema a un massimo di 1 ovvero “elevato soddisfacimento del trilemma” energetico. Per processo di “decarbonizzazione”, in particolare, si intende tutta quella serie di azioni volte a ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera che è il principale tra i gas serra responsabili del surriscaldamento globale.
Per il III trimestre 2016 l’ISPRED “si colloca su valori di poco inferiori a 0,65, massimi dell’ultimo quinquennio” e “mostra un significativo miglioramento rispetto a un anno prima, mentre è stabile rispetto ai due trimestri precedenti”.
Calano le emissioni di CO2 (anche a causa della crisi)
Secondo l’Enea nei “primi nove mesi del 2016 la riduzione dei consumi di energia, caratterizzata per di più da una notevole diminuzione dei consumi di carbone, ha determinato una significativa riduzione delle emissioni di CO2.” In particolare nei nove mesi “la riduzione complessiva delle emissioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente” raggiunge il -3% circa. Per l’Enea “la situazione attuale della transizione energetica italiana è certamente soddisfacente riguardo agli obiettivi di decarbonizzazione di breve-medio termine” ed è ampiamente in linea con gli obiettivi di riduzione fissati dalla Strategia Energetica Nazionale per il 2020, e risulta coerente con i target in discussione per il 2030”.
Il carattere di novità di questa diminuzione, sul quale l’Enea afferma che è “necessario un approfondimento”, è che la riduzione delle emissioni si è verificata in presenza di un’attività economica in “modesta crescita” cosa che invece tradizionalmente favorisce l’aumento delle emissioni.
In particolare, secondo l’Enea, i “dati recenti sui consumi energetici dei vari paesi UE permettono di confrontare l’evoluzione dei diversi sistemi energetici” e dal confronto emerge un quadro nel quale l'Italia è "l'unico paese nel quale la riduzione delle emissioni è stata significativamente legata alla crisi economica”, anche se “nell’anno in corso anno l’evoluzione italiana” è divenuta “più simile a quella degli altri paesi, in quanto la diminuzione delle emissioni di CO2 sta avvenendo in un contesto di (sia pur modesto) aumento del PIL.”
Eolico e solare al massimo storico
Sul fronte della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili l’Enea rileva che nei primi nove mesi del 2016 la “quota di fonti rinnovabili sulla produzione totale resta sui livelli del 2015” pari al 41% ma allo stesso tempo cresce la quota dalle “fonti rinnovabili non programmabili (FRNP)” come l’eolico e il solare che ha “raggiunto il massimo storico, coprendo il 14% della domanda (contro il 13,8% dei primi nove mesi del 2015)”. L’aumento di energia da fonti non programmabili, tuttavia, pone diverse criticità al sistema energetico italiano, sia in termini di prezzi che di gestione, influenzate proprio dalla non possibilità di controllare in modo flessibile la produzione.