Dalla Legge Regionale n. 54/1983, che assegnava alla Giunta Regionale il compito di predisporre il 'PRAE' (Piano regionale delle Attività Estrattive) entro un anno dalla entrata in vigore della Legge stessa, finalmente questo Esecutivo ha avuto la capacità di provvedere, entro il dicembre 2015, alla predisposizione del Piano Regionale suddetto. Adoperatosi per azzerare le situazioni pregresse che avevano generato solo contenziosi senza riuscire ad adottare alcun provvedimento risolutivo, questo Governo Regionale (atto n.826 del 8 ottobre 2015) ha disposto che gli uffici regionali procedessero alla realizzazione del PRAE. Questi, solertemente, hanno disposto gli atti necessari a sanare le situazioni pregresse e arrivare alla transazione con la società 'Abruzzo Sviluppo spa' per la redazione del Piano, senza ulteriori oneri aggiuntivi e con l’impegno di concludere la proposta di piano entro la fine del 2015, definendo nel contempo le linee di indirizzo e l’avvio della procedura partecipata di VAS.
«E' un provvedimento importante e strategico per la Regione, atteso da circa 30 anni», ha detto il Sottosegretario Mario Mazzocca, che ha la delega alle cave e torbiere. «Il piano prevede il conseguimento, nel breve/medio periodo, di un miglioramento del livello di sostenibilità ambientale ed economica dell'attività estrattiva, perseguendo il contenimento del consumo del territorio, la razionalizzazione delle metodologie di coltivazione, la qualificazione dei recuperi ambientali e la valorizzazione dei prodotti estratti. Altro aspetto importante è costituito dalla verifica in tempo reale dei risultati del piano mediante l'utilizzo di un software che consentirà di monitorare l'attività delle cave operative sul territorio regionale». Ora, il piano sarà sottoposto a Vas e, dopo la conclusione del procedimento, inizierà il cammino legislativo in Consiglio regionale per l'approvazione definitiva.
Nello specifico, il PRAE è stato redatto, grazie all’impiego di un valido staff di esperti nelle diverse discipline, secondo una formulazione innovativa ed attuale: temi come il clima e l’inquinamento (soprattutto quello emissivo di CO2) non potevano non essere adeguatamente considerati. La Regione, dunque, si è dotata di uno strumento operativo che, proprio in quanto adattantesi ai territori e assoggettante a verifica la reale sostenibilità delle opere di escavazione realizzabili, applica i nuovi principi dell’Unione Europea e del redigendo 'Piano regionale dei Cambiamenti Climatici'. L'Abruzzo è la prima regione italiana ad adottare un PRAE con misuratori della ‘resilienza’ (cambiamenti climatici e la riduzione di CO2).
L’Esecutivo Regionale, inoltre, ha scelto, tra i primi in Italia, di adottare un Piano flessibile ed in grado di adattarsi alle variazioni del territorio e di valutare in continuo le trasformazioni ambientali in una ottica di conservazione del territorio e di riduzione delle emissioni di CO2. Un Piano non urbanistico (ossia individuando le aree che possono essere oggetto di cava) ma regolamentare (ossia che permetta di realizzare impianti solo lì dove le condizioni ambientali, territoriali e paesaggistiche lo possano consentire) attraverso la puntuale verifica delle procedure di autorizzazione e di controllo. Un Piano che prevede prioritariamente l’utilizzo dei volumi già autorizzati (sono ancora disponibili 46.699.506 mc di materiali, pari al 34,6% dei volumi già autorizzati), il divieto di apertura di nuovi impianti generanti l’effetto cumulo nelle aree limitrofe alle cave esistenti, la preventiva verifica - in caso di apertura - della disponibilità di risorse di materiale di recupero (materiali da demolizione o altri scarti di lavorazioni idonei), l’obbligo di inserimento nei progetti di piani economico-finanziari e occupazionali credibili e sostenibili. In definitiva, un forte e cogente rispetto della vocazione del territorio e una procedura autorizzativa precisa e chiara che ne valuti prima della realizzazione tutti gli aspetti ambientali.
«Per usare le parole dell’Arch. Borrone, uno degli esperti del pool incaricato» - chiosa Mazzocca -, «il PRAE vuole essere un piano scenario, che affronta i temi, diretti ed indiretti. Una agenda aperta su cui scrivere. Accade a metà tra due epoche. Quella passata del 'secolo breve' e quella della odierna della consapevolezza del 'limite'. Non rinuncia a parlare una lingua ritenuta sconosciuta al comparto estrattivo. Con coraggio pronuncia economia circolare, tutela delle falde acquifere, certificazione e compensazione ambientale, paesaggio, natura. Pone al centro il valore del capitale naturale. Non esportabile. Irriproducibile. Identitario. Da valorizzare. Con audacia espone la capacità delle cave esistenti nel sostenere per anni ancora il fabbisogno. Tenta di tracciare una linea su cui fare scorrere una storia, quella delle cave, che racconta del sostegno all’economia della ricostruzione, dello sviluppo, dell’occupazione. Ma anche delle ferite. In terre lontane. Dolorose. Nelle nostre terre. Visibili nella percorrenza. Dello stupore dell’abbandono. Dell’incertezza della trasformazione. Cuce due epoche. Consente di ammodernare, ma lo vuole fare con gli attrezzi della contemporaneità . Avverte che il futuro arriverà . Oltre il bordo delle cavee. Invita ad affacciarsi, tenendosi con le mani ben salde alla cimosa di cresta dei versanti sagomati e guardare oltre. Diventa occasione per rimettere a punto le nostre coordinate e intervenire sui gangli della legge. Facendo scelte. Operando scelte. Prendendo in mano le decisioni. Operando sul valore delle attività estrattive e convincendo dell’apparenza al mondo del resiliente. Abbandonare la matematica della norma. Incerta. Perché non può che essere incerta. Tratta della natura. E inoltrarsi nell’incanto dell’esplorazione terracquea e dell’equilibrio con il genere umano. Il PRAE è una opportunità da non disperdere».
Il Sottosegretario alla Presidenza della Giunta Regionale con deleghe all'Ambiente ed Ecologia, Cave e Torbiere
Arch. Mario Mazzocca