Serie A, giochi riaperti in vetta

Roma, vittoria… sadica per Garcia?

Gianluca Vivacqua
21/12/2015
Sport
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6 giugno 1944. Sbarco angloamericano in Normandia.

20 dicembre 2015. Sbarco della Juventus nelle zone altissime della classifica.  Il D-Day dell’Allegra Scudettata Armata si consuma nel turno, il sedicesimo, con cui il campionato di serie A si congeda dal pubblico degli appassionati e dei malati per osservare la pausa natalizia. Alla ripresa niente sarà più come negli ultimi mesi: ma tutto potrebbe essere come negli ultimi anni.

Alla Juventus ha dato comunque una grossa mano la capolista Inter, protagonista della madre di tutte le debacle della giornata, nella partita delle 20.45 a "San Siro" contro la Lazio, rigenerata dalla Coppa Italia. Un doppio Candreva (5’ e 87’ su rigore) inchioda  i nerazzurri a 36 punti: così sotto l’albero il primato diventa nuovamente un sogno abbordabile per Fiorentina e Napoli, ora a un punto dalla manciniana, e naturalmente per la Vecchia Signora, a soli tre punti. E guarda un po’,  anche per la Roma, che, nonostante le crisi e le turbolenze tecniche, di lunghezze di distacco dalla vetta, in fondo, ne ha solo quattro. Per l’Inter, a cui riesce solo di pareggiare momentaneamente con Icardi al 61’, un Natale di riflessione dopo una serata decisamente no con tante circostanze minanti (una per tutte, lo sciagurato finale di partita di Felipe Melo, che causa il rigore decisivo per i biancocelesti e poi si fa espellere, dopo aver mollato un calcione in faccia a Biglia). 

E a Carpi, allo stadio “Braglia”, come sono andate le cose per la Juve nella partita del mezzogiorno? Lì, in quell’angolo di placida Emilia,  ad aprire le danze sono stati proprio i menottiani, grazie a SuperMarco Borriello al 15’. Ma non è stato l’inizio di una favola: la Juve assorbiva immediatamente il colpo, e soltanto tre minuti dopo faceva 1-1 con Mandzukic. L’ex attaccante dell’Atletico Madrid raddoppiava, quindi, prima che l’arbitro fischiasse la fine del primo tempo, al 41’. Ad inizio ripresa, precisamente al 49’, ci pensava poi Pogba a triplicare per i suoi; poi più nulla, almeno fino al 92’, quando Bonucci, con un’autorete maldestra, riapriva la gara per i padroni di casa ma a tempo ormai scaduto. Sul difensore bianconero ricadono delle colpe anche sul gol carpigiano che aveva aperto le marcature.

Nel pomeriggio reggevano sia la Fiorentina che il Napoli. I viola si sbarazzano agevolmente del Chievo al “Franchi”, con i gol della banda degli –ic, Kalinic al 20’ ed Ilicic al 32’. Meno agevole il compito per il Napoli a Bergamo, nella tana dell’Atalanta, anche se poi il finale è stato un glorioso crescendo. Dopo un primo tempo senza né vincitori e vinti, a rompere gli equilibri ci pensava Hamsik al 52’, con un rigore che varcava la linea della porta atalantina per un pelo; pareggio–lampo dei padroni di casa due minuti dopo, con l’argentino Gómez, poi si svegliava Higuain (che con 16 reti torna saldamente in testa alla classifica marcatori) e non ce n’era più per nessuno:  al 62’ e  all’85’ le reti della sua doppietta. Nel finale ancora Hamsik su rigore: ma la possibilità di calare il poker viene sprecata con un tiro alto. Da notare che entrambe le squadre hanno concluso la gara in dieci, per le espulsioni di Paletta al 91’ nelle file dei clivensi e di Jorginho al 74’ in quelle partenopee.

Farà Garcia, a Roma, la fine di Iachini a Palermo, esonerato dopo aver vinto? Non sappiamo quanto la vittoria per 2-0 allo stadio “Olimpico” contro un altrettanto problematico Genoa sia servita veramente a diradare le nubi sopra la testa del tecnico giallorosso, ma la risposta della squadra (non quella del pubblico, però) in suo favore  c’è stata, e giustamente nelle interviste dopo partita quegli ha potuto ribadire, con la solita elegante sicurezza, la propria linea di pensiero: “Vado avanti per la mia strada, e ritengo che il periodo più brutto sa dietro le spalle”. Staremo a vedere, insomma, se l’effetto-Sadiq (per il tabellino, Sadiq è l’autore del raddoppio romanista, all’88’, dopo che Florenzi, al 42’ aveva sbloccato la gara) non avrà, piuttosto. per Garcia o per Gasperini o per entrambi gli allenatori, la k finale (giochiamo con l’evidente assonanza tra il cognome del giocatore nigeriano e  il nome di uno degli eroi neri dei fumetti italiani).  

Verona-Sassuolo 1-1, botta e risposta. Passano in vantaggio gli uomini di Di Francesco al 35’ con Floccari, poi la truppa di Delneri pareggia quattro minuti dopo col sempre monumentale Toni. Gli estensi salutano un 2015 da incorniciare, gli scaligeri arrivano, invece, alla pausa utile per voltare pagina con le ossa non troppo rotte.

Alle soglie del Natale, arriva la prima vittoria per Montella sulla panchina della Sampdoria: al “Ferraris” i blucerchiati escono, forse, dalla crisi facendovi tornare il Palermo di Ballardini, battuto grazie ai gol di Soriano al 53’ e di Ivan al 76’.

 All'Olimpico di Torino, nella gara tra due deluse di Coppa Italia, colpo grosso dell’Udinese a spese dei granata di Ventura. I friulani,  grazie al gol di Perica al 41’, arrivano a quota 21 in classifica, e si porta ad un passo proprio  dal Toro e dal Chievo

Colpo obbligato, si potrebbe dire invece, per il Milan a Frosinone, ma non senza brividi: comunque l’importante, per i tifosi milanisti, è che i segnali di risveglio mostrati in Coppa Italia siano stati confermati anche in campionato. Sblocca la gara Ciofani per il Frosinone al 19’. I ciociari conservano il vantaggio fino al riposo, ma nel secondo tempo devono soccombere alla rivoluzione rossonera; il Diavolo pareggia Abate al 50’, e cinque minuti dopo passa in vantaggio con Bacca. Il tris milanista arriva al 77’ a cura di Alex, poi è Dionisi, all’84’, a tentare di rilanciare le speranze di una rimonta da parte degli Ernici. Ma l'impresa resta nelle intenzioni, e Giacomo Bonaventura chiude i giochi, implacabilmente,  al 93’. Sono 28, ora, i punti per il Milan, a quattro passi dalla Roma; il Frosinone resta terz'ultimo, a 14.

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