Il dissenso popolare sulle prossime misure di austerità da imporre in Grecia è scoppiato nella sera davanti al Parlamento di Atene, dove si sono registrati numerosi scontri tra manifestanti e la Polizia: un gruppo di attivisti ha scagliato alcune bottiglie incendiarie contro gli agenti, mentre il furgone di una troupe televisiva è rimasto incendiato.
Circa quaranta i fermati durante i tafferugli, mentre il Parlamento greco continuava la sua seduta, durante la quale i deputati sono stati sollecitati dalla presidente Zoe Kostantopoulo a non completare il ricatto organizzato dalla Germania e definito a Bruxelles – ha affermato durante il dibattito preliminare in commissione prima di quello in aula.
Chi ha una soluzione alternativa venga pure a dirmela : questo il messaggio di Tsipras ai deputati che devono approvare i provvedimenti d'urgenza contro il debito del loro paese, misure che solo se accettate garantiranno al governo ellenico l'accesso a ben 7 miliardi di euro in prestito attraverso processi comunitari: dure decisioni da prendere per i politici greci e che hanno scatenato il malumore di piazza, come le dimissioni del viceministro alle Finanze Nadia Valavani, che dopo Varoufakis lascia perché non in grado di accettare le dure misure europee.
Accordo sul pacchetto di misure anticrisi o meno sono diversi i paesi dell'Unione Europea che mostrano più di un dubbio verso il prestito ponte da erogare ad Atene come Inghilterra, Polonia e Danimarca, che esprimono riserve rispetto al suo ritorno da parte della Grecia.
Ultima, ma non meno dannosa, la spaccatura che si è formata nel partito Syriza: 109 membri su 201 non hanno intenzione di accettare le misure di Bruxelles, secondo quanto riportato dal giornale ellenico Kathimerini.
Una partita, doppia, a braccio di ferro sia verso la UE che sopratutto al suo interno che la Grecia deve risolvere o almeno, deve far arrivare presto ad una soluzione, per l'integrità stessa dell'Unione Europea, per quanto di quest'ultimo pare poco ci sia rimasto.