“Preghiamo perché persone e istituzioni si pentano di negare il loro aiuto a uomini e donne perseguitati, e in cerca di un futuro”. “A che serve pentirci? Quanti rifugiati ospita lo Stato Vaticano?”
Mentre l'inutile querelle tra il Papa e il leghista Salvini si spalma e scivola sui social e i media, la realtà che viene aggiornata di minuto in minuto sul fronte-immigrazione lascia sempre meno spazio alle parole. Se le parole sono pietre, i fatti sono vite. Tante vite.
Volevano passare il confine, lasciare l’Italia ed entrare in Francia. Per poi, forse, continuare la loro odissea di speranza verso l’Europa orientale, verso la Germania. Ma sono stati rispediti indietro dalle autorità transalpine. Ora centoventi migranti, provenienti dall’Africa, si trovano ammassati alla frontiera di Ponte San Luigi, non lontana dalla stazione ferroviaria di Ventimiglia.
Con essi sale a trecento il numero degli immigrati ospitati nei dintorni della stazione ligure, dove un intero ex dormitorio dei dipendenti è stato concesso loro. Trecento: una piccola arata, più simile forse alla truppa di disperati racimolata da Pisacane che ai fedelissimi di Leonida. Cifre di assoluta gravità, fornite da una fonte autorevolissima, in prima linea nell’affrontare l’emergenza a ventimiglia come a Milano centrale e a Roma Tiburtina: la Croce Rossa Italiana. Che, naturalmente, non si limita a fornire dati da "allarme rosso", ma mette anche a disposizione le sue risorse tecnologico-strutturali: nello scalo ferroviario della città in provincia di Imperia sarà presto operativo un ambulatorio mobile di pronto soccorso.
Secondo la CRI “il numero dei migranti ha fatto registrare un incremento esponenziale tra martedì 16 e mercoledì 17 giugno”. E il flusso non accenna a diminuire, tutt’altro.