Il ministero dell'Interno nepalese, aggiorna i dati riferendo che sono 14.123 i feriti e 7040 i morti. Due italiani risultano ancora dispersi e a questo punto la speranza di trovare vivo chi ancora non risponde all’appello e realmente molto ridotta.
Tra i danni materiali la distruzione di più di 130.000 case e 3 milioni di persone hanno bisogno di assistenza alimentare. Circa 24.000 persone attualmente si trovano in 13 campi a Katmandu. Ieri la terra ha tremato ancora con una scossa di magnitudo 5.1 l'epicentro è stato localizzato a Barpark, nel distretto di Gorkha.
La nostra Protezione civile secondo quanto fa sapere Ansa è diretta a Bogatitar, a circa 100 chilometri a nord della capitale nepalese, dopo essere partita questa mattina da Kathmandu. Gli aiuti italiani consistono un ospedale da campo e 33 operatori, dieci medici e 14 infermieri.
Il team medico-sanitario appartiene al Gruppo Chirurgia d'urgenza di Pisa e include medici specializzati chiururghi, anestesisti, ortopedici e pediatri, più due ostetriche , un tecnico di radiologia, dei logisti ed un elettricista, oltre a cinque vigili del fuoco. Personale più che mai necessario, l’Unicef avverte che 15mila bambini sono a rischio malattia. In Nepal già il 40% dei bambini soffriva di malnutrizione cronica, e con questo catastrofico evento la situazione peggiora indiscutibilmente. L’acqua è scarsa e molti corpi sono ancora sotto le macerie: il rischio epidemie è altissimo.