FIRENZE - A circa trent’anni dalla strage del Rapido 904 il pm di Firenze ha chiesto l’ergastolo per Totò Riina, come mandante dell’attentato. L’atto, definito in seguito di matrice mafiosa-terroristica, costò la vita a sedici persone, viaggiatori del treno diretto a Milano e partito da Napoli fatto esplodere all’interno della Grande Galleria Dell’Appennino, in un tratto in cui il convoglio viaggiava a circa 150 km/h.
Le carrozze erano piene di passeggeri visto che si avvicinavano le vacanze natalizie. La bomba fu piazzata nella nona carrozza e fatta esplodere attraverso l’utilizzo di un radiocomando. Gli attentatori aspettarono inoltre l’ingresso del convoglio nel tunnel per ottenere il massimo risultato dalla detonazione e mietere il numero più alto possibile di vittime.
Nel corso degli anni numerosi sono stati gli arresti ai danni di Calò, Cercola, Galeota, Pirozzi e Misso che furono poi condannati all’ergastolo come artefici della strage.
Tuttavia il pm ha oggi chiesto la stessa pena anche per Riina, ‘non perché non poteva non sapere, perché era a capo dell' organizzazione, - spiega il Pubblico Ministero - ma perché esercitava questo potere. Solo con la sua autorizzazione è stato fornito l'esplosivo a Calò e solo lui poteva decidere la destinazione dell'esplosivo. Riina è il determinatore, lui dà contributo decisivo’.
Nel tardo pomeriggio di oggi è arrivata l'assoluzione per il Capo dei capi di Cosa nostra: Non fu lui a dare l'ordine. Questa la motivazione di proscioglimento dell'accusa, letta dal Presidente della Corte Ettore Nicotra, nei confronti di Totò Riina.