Non sarà come nel 2013, quando la finale della Coppa Italia fu in pratica un’edizione deluxe del derby della Capitale (ricordiamo che la finale del trofeo si gioca a Roma in partita unica da otto anni), ma anche stavolta, due anni dopo, almeno una delle due romane sarà presente all’appuntamento con l’atto conclusivo del torneo.
Parliamo della Lazio, l’ultima capitolina a vincerla, quella coppa (a spese degli odiati cugini giallorossi, of course).
Allo stadio “Olimpico” saranno dunque i biancocelesti di Pioli, il 7 giugno prossimo, a contendere alla Juventus tritatutto il trofeo tricolore. In campo lo scontro non sarà solo tra l’attuale prima (incontrastata) e l’attuale terza del campionato, ma anche tra due bacheche di lusso che raccontano di quindici trionfi complessivi in tale competizione: sono nove, infatti, le Coppe Italia che fanno già parte del palmarès della Juventus, sei quelle patrimonio della Lazio. Ad essere sinceri, la juve è un po’ disabituata a vincere questo trofeo: l’ultimo che issò al cielo risale infatti esattamente a vent’anni fa. Era il 1994-95, l’inizio dell’era di Marcello Lippi: in quella stagione, dopo un imbarazzante digiuno di alcuni anni, i bianconeri tornarono finalmente a vincere, e alla Coppa Italia riuscirono ad accoppiare in modo brillante la conquista dello scudetto.
Da allora, però, la Juve è scomparsa dall’albo d’oro del torneo. Ci sono stati molta Inter, i bis di Roma, Parma, Fiorentina, l’una tantum del Vicenza e, soprattutto negli ultimi anni, lo strapotere proprio della Lazio, e del Napoli.
Lazio e Napoli, le due grandi protagoniste delle ultime edizioni del trofeo, si sono incrociate nella seconda semifinale. Si affrontavano nel “dentro o fuori”, in pratica, la squadra detentrice della coppa, e cioè il Napoli, e quella che l’aveva vinta immediatamente prima di essa, la Lazio appunto. All’andata, a Roma, finì 1-1, per effetto dei gol di Klose e Gabbiadini, e il risultato favoriva decisamente il Napoli: alla luce di esso, infatti, in base al principio del valore doppio dei gol segnati in trasferta, nella partita di ritorno ai partenopei sarebbe bastato anche uno 0-0 per poter tornare a Roma e cercare di bissare quello che è stato il primo alloro dell’era Benitez.
Ma ai vesuviani, in realtà, al “San Paolo” è stato fatale proprio impostare la partita per lo 0-0, e provare a garantirselo con gli uomini-chiave scarichi. Gabbiadini fiacco nelle conclusioni, Hamšik tanto manovriero quanto inefficac, Higuain puntualmente anticipato inaccelerazione e in conclusione: al 50’, quando la punta argentina manca sottoporta il gol per sbloccare il risultato, appare evidente che i padroni di casa non sono in grado di dare un’impronta alla partita. E viene fuori la Lazio: l’uomo della svolta è Lulic, che entra al 67’ e prende subito per mano la squadra. E’ il 75’ quando il bosniacoimpegna Andujar in una parata-miracolo con un velenoso colpo di testa. Centottanta secondi più tardi il centrocampista.-difensore non fallisce di nuovo e, sfruttando un prezioso suggerimento di Felipe Anderson, firma il vantaggio che vale la finale. Lulić è lo stesso che, nel maggio 2013, regalò la coppa ai suoi compagni, e ora, con l’ennsima prodezza, ha aperto loro la strada per una nuova finale. Riuscirà a ripetersi anche tra le maglie della difesa bianconera, e davanti a Buffon?