Francia, Sarkozy interrogato per finanziamento illecito

Fatti risalenti al 2012

Gianluca Vivacqua
03/04/2015
Dal Mondo
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Finanziamenti illeciti per la campagna elettorale presidenziale del 2012: che s’incrociano ad una storia di false fatturazioni.

Neanche il tempo di gioire per la vittoria (la bella vittoria) alle ultime elezioni provinciali, che l’ex numero 1 dell’Eliseo, Nicolas Sarkozy, si trova ad avere nuovamente problemi con la giustizia. Lui e altre sette persone, tra cui tre esponenti di spicco del suo partito, l’Ump, Unione per un Movimento Popolare. Guillaume Lambert, direttore della campagna elettorale sarkoziana del 2012, Philippe Briand, tesoriere del partito, e Philippe Blanchetier, legale dell’Ump oltreché avvocato personale dell’ex braccio destro di Chirac. Blanchetier è il più fidato custode delle spese elettorali del suo assistito. Tutti e tre sono finiti ai domiciliari. 

La beffa, oltre al danno: fosse stata vincente, almeno, quella benedetta campagna per la rielezione. Dopo un solo mandato, il piccolo Napoleone dovette cedere la guida della Francia a François Hollande. Per la prima volta nella storia della Francia un presidente uscente veniva sconfitto sia al primo che al secondo turno delle presidenziali. E quanto era costato raccogliere il 48% dei voti contro il 51% di Hollande (e parliamo solo del secondo turno)?  Per rendere conto di questo, Sarkozy il 1° aprile è stato chiamato a comparire davanti agli ufficiali della Finanza. Per provare a restare all’Eliseo, è la tesi di partenza dei magistrati, Sarkozy si fece dare un robusto “aiutino”  dal portafoglio del suo partito: con il supporto della casse dell’Ump, egli poté comodamente imbastire una campagna per un valore superiore al tetto stabilito dalla legge, ventidue milioni di euro, facendo però figurare sulle carte di essere dentro o addirittura sotto i limiti. 

Al centro dell’attenzione degli inquirenti c’è in particolare l’affaire-Bygmalion, un sistema di fatture false che avrebbe consentito di pagare con  soldi dell’Ump una parte consistente delle spese del candidato,  diciotto milioni di euro. In pratica la Bygmalion, società che si occupa dell’organizzazione di eventi, fatturava all’Ump pagamenti che non erano certo stati ffettuati per allestire meeting o congressi, ma erano finiti nelle tasche di Sarkozy. Bygmalion, il “Pigmalione” (fallito) di una rielezione con truffa.    

Nel 2014, come si ricorderà, Sarkozy aveva già avuto a che fare con grane giudiziarie: il 1° luglio, infatti, era stato per quindici ore posto in stato di fermo a Nanterre, negli uffici di custodia cautelare, per una vicenda di corruzione. Alla fine la Procura nazionale per i reati nazionali lo aveva rilasciato mettendolo, però, in stato d’accusa per corruzione, traffico di influenze e violazione del segreto istruttorio di Cassazione.

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