Ebbene si, i giovani rom impiegati ogni giorno a far bottino sulle banchine delle stazioni metro più affollate di Roma non rispiano nemmeno le borsette dei politici. Vittima di un borseggio stavolta è stata Patrizia Prestipino, esponente del Pd romano, ex candidato alle primarie per il sindaco di Roma.
A denunciare il fattaccio è stata la stessa Patrizia Prestipino: "Appena borseggiata sulla metro A. Contanti prelevati di fresco, bancomat, patente, carta d'identità, tessera sanitaria e pure la tesserina per fare le fotocopie a scuola. Mancava quella del teatro e avevo fatto bingo. E pensare che alla spinta improvvisa di quelle tre facce da cavolo non sono riuscita a reagire, perché si sono richiuse subito le porte". E' questo lo sfogo che l'ex presidente del Municipio XII (Eur-Torrino), oggi membro della Direzione Nazionale del Partito Democratico ha affidato al suo profilo facebook.
Purtroppo, però, la brutta esperienza in cui si è imbattuta la Prestipino non è terminata con lo scippo perché quando, accortasi del borseggio, si è recata alla stazione Barberini per denunciare il fattaccio, ha sperimentato a sue spese anche la rassegnazione dei controllori e del personale Atac che ormai, non potendo fare altrimenti, la prende con filosofia: "Sa signora, - afferma un addetto Atac - capita sempre: a un gruppo di cinesi in partenza per Fiumicino hanno appena rubato 1700 euro in contanti".
E' consolidato ormai il fatto che a Roma le stazioni dei treni e delle metropolitane siano prese d'assalto da vere e proprie bande di minorenni rom che, quando non chiedono il "pizzo" appostati vicino alle macchinette automatiche dei biglietti, si mimetizzano nella folla e approfittando della confusione arraffano portafogli, borse e cellulari. Si tratta di delinquenti che nelle vesti di innocenti ragazzine, ogni giorno tendono dei veri e propri agguati senza risparmiare nessuno: dalle donne agli anziani, dai turisti ai passeggeri distratti. A nulla servono le denunce dei passeggeri esausti ed arrabbiati e nemmeno gli occhi attenti delle guardie giurate: loro sono ancora lì, con i loro sguardi di sfida, sapendo che anche stavolta la faranno franca con qualche minuto di detenzione nel gabbiotto della sicurezza.