L'Uruguay lo festeggia sempre, per la sua schiettezza, il modesto modo di vivere, con la donazione di quasi tutto lo stipendio presidenziale a favore di opere assistenziali, o forse perché con il suo arrivo il paese ha visto la rivalsa nei confronti della dittatura militare, che per tanti anni ha soffocato il paese.Il carisma del “presidente del popolo” Josè Mujica è ben riflesso nel libro “La felicità al potere”, prima opera letteraria al mondo firmata dal presidente uruguaiano e pubblicato dalla casa editrice Eir, a cura di Cristina Guarnieri e Massimo Sgroi.
“Pepe”, così come viene comunemente chiamato da tutti i suoi concittadini, è uno dei leader politici più discussi del pianeta, esempio vivente di come si possa e si debba perseguire il bene comune senza brame di potere o di ricchezza, vivendo anzi come un qualsiasi cittadino del proprio paese. Basti pensare non solo alla donazione del suo stipendio presidenziale (ben il 90% perché - “c'è gente nel paese che vive con molto meno”- come ha dichiarato) ma anche alla volontà di rinunciare a qualsiasi servitù e alla sua auto, un volkswagen maggiolino del 1987, tra l'altro ambito da molti collezionisti. Uno stile di vita che certamente stride rispetto a quelli tenuti dai rappresentanti di molti altri paesi, Italia in primis.
Il volume presenta un'intervista esclusiva rilasciata a Montevideo alla direttrice della casa editrice Eir Cristina Guarnieri, insieme ai discorsi più importanti e famosi del Presidente, fra cui spiccano il Discorso sulla felicità – che dà il titolo al libro – proferito al vertice G20 tenuto in Brasile nel giugno 2012, e altri che affrontano i temi della legalizzazione della marijuana, dei matrimoni gay, della lotta contro la mafia, l’autogestione delle imprese, del rapporto tra Mercosur (il mercato comune dell'America meridionale) e i paesi del Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica). Non mancano quelli sull’Europa, il mondo globalizzato, sulla decrescita e la cura dell’ambiente.
Le pagine de La ricerca della felicità ospitano poi una biografia romanzata, ideata da Massimo Sgroi e approvata dallo stesso Josè Mujica, come alcune pagine che Mujica ha scritto appositamente per questa prima edizione italiana, arricchite da molte foto inedite del presidente. La prefazione dell'opera è a cura di Omero Ciai, giornalista di Repubblica, tra i maggiori esperti italiani di America Latina, ed è accompagnata da una postfazione di Donato Di Santo, responsabile politico dei rapporti Italia-Sud America.
“Perché diventa un personaggio interessante uno come me - scrive Mujica nel prologo - che non è altro che un vecchio militante, che ha commesso molti errori e patito molte sconfitte, al di là di quello che è sempre stato l’obiettivo principale: conquistare una vita migliore per i suoi compatrioti? Perché suscita tanta attenzione il fatto che qualcuno difenda la politica come una passione superiore e pretenda che i governanti diano ai loro popoli un esempio di vita sobria e vicina a quella della maggioranza?”
“In realtà credo - continua Mujica - che tutto questo susciti attenzione non tanto per il merito di chi propone questi temi, quanto per l’assenza di altre idee, di altre proposte, di altri esempi”.
Una lettura interessante e degna di nota, che molti italiani adesso hanno modo di scoprire sul “presidente più povero del mondo” - altro appellativo dedicato a Mujica, mentre il regista Emir Kusturica sta preparando un film incentrato sulla sua figura originale e sulla sua vita straordinaria.