Se lo dice il Site, e ce lo mostra anche, ci si deve credere, ma si vorrebbe non farlo; si vorrebbe non sapere e non guardare. Passi che ad ingrossare le file del mostro Isis si aggiungono, ogni giorno di più, miriadi di giovani europei, di origine arabo-mediorientale o meno (solo per la Francia, ha detto il primo ministro Valls, ce ne sarebbero milleduecento), ma lo spettacolo che lo streaming online ha offerto il 13 gennaio travalica davvero ogni limite: un bambino di età scolare, verdissimo fanatico dell’Isis, è già un esecutore provetto al servizio di al-Baghdadi. Già apparso in un altro video di propaganda del Califfato, il 22 novembre scorso, il bambino, che si chiamerebbe Abdullah e sembra avere non più di dieci-undici anni, dalle nostre parti avrebbe forse le doti per essere già una piccola star della pubblicità, o perché no, un attore di fascia junior; per sua sfortuna, però, è diventato presto pasta plasmabile per l’Isis, e i risultati si vedono. “Sgozzerò gli infedeli”, aveva detto al video-debutto. Meno di due mesi dopo il suo ardente desiderio è diventato realtà. Da buon apprendista boia, nel video segnalato su Twitter da Rita Katz, la direttrice dell’agenzia di monitoraggio delle attività terroristiche sul web, Abdullah, con religioso rispetto, sta accanto ad un “mentore” dello Stato Islamico armato di kalashnikov. Ci troviamo in una località imprecisata dell’Iraq o della Siria: ai loro piedi, le mani legate dietro la schiena, due prigionieri, uno kazako e l’altro russo, che avevano già confessato di essere spie di Mosca, incaricate di eliminare un importante leader estremista. L’uomo col kalashnikov legge la sentenza di morte, poi, senza un attimo di esitazione né un tremito, Abdullah punta contro la nuca dei condannati la calibro 9 che teneva in mano. Due colpi secchi, e così il suo battesimo da mujaheddin è compiuto. “L’Isis ha raggiunto un nuovo livello di depravazione morale”, ha commentato sul proprio account la Katz, che ha proposto un fermo immagine del video rimandando al suo link originale. Sulle prime, nonostante l’autorevolezza del canale da cui proveniva l’annuncio, proprio per lo sconcertante contenuto del materiale si è stentato a credere alla sua autenticità; ma le conferme riguardo ad essa non sono tardate ad arrivare, in primis da parte di Conflict News.
Si conosce anche l’identità delle due spie giustiziate: si tratta di Mamavev Yesenjanovich e di Ashimov Nikolayavich.