L'attacco dei droni ucraini agli impianti industriali nella Repubblica russa del Tatarstan segna un punto di svolta sostanziale nella capacità di Kiev di condurre attacchi a lungo raggio in profondità nel territorio russo. Lo ha affermato l'Istituto per lo studio della guerra (Isw). Le forze ucraine hanno colpito le fabbriche di droni a Yelabuga e Nizhnekamsk, nel Tatarstan, secondo quanto riferito dall'agenzia di intelligence militare ucraina (Hur). Yelabuga si trova a 1.200 chilometri dal confine russo-ucraino.
Nelle ultime settimane, l’esercito ucraino ha utilizzato droni a lungo raggio per attaccare con successo una serie di raffinerie di petrolio russe. L'attacco di ieri è il primo di questo tipo da parte dell'Ucraina in Tatarstan. "La distanza degli obiettivi dai confini dell'Ucraina rappresenta un significativo cambiamento nella capacità dimostrata dell'Ucraina di condurre attacchi a lungo raggio nelle retrovie russe", ha affermato l'Isw.
Il ministro per la Trasformazione Digitale Mykhailo Fedorov ha dichiarato che l'Ucraina ha prodotto droni d'attacco in grado di volare per oltre 1.000 chilometri. Kiev ha intensificato gli sforzi per aumentare la produzione interna di droni, con l’obiettivo di fabbricarne 1 milione nel 2024. Non tutti gli alleati di Kiev hanno celebrato l'offensiva dell'Ucraina contro l'industria petrolifera russa. Ieri il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che Washington "non ha né sostenuto né consentito attacchi da parte dell'Ucraina al di fuori del suo territorio".
Il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato che prendere di mira gli impianti petroliferi e di armi russi è una strategia militare legittima e che l’Ucraina ha il diritto di utilizzare le proprie armi per autodifesa. "L'Isw - scrivono gli analisti del think tank americano - continua a ritenere che tali attacchi ucraini siano una componente necessaria della campagna ucraina volta a utilizzare mezzi asimmetrici per degradare le industrie che forniscono e supportano l'esercito russo".