I mari del sud? Nell’immaginario collettivo sono legati agli incantevoli paesaggi dei Tropici, alle latitudini dove il bel tempo… è senza tempo. In Turchia, invece, sono il teatro di un vero e proprio miracolo faunistico: Antalya, costa Licia, Dalyan… benvenuti nel regno incontrastato delle tartarughe. Uno spicchio paradisiaco di Mediterraneo austro-levantino, alla fine di questa estate reso ancor più felice da una fantastica notizia: da queste parti si assiste a un vero e proprio “botto” demografico.
Mai così tante nascite testudinate, come certificano i dati dell’università di Mersin, un ateneo giovane, nato nel 1992, presso il quale è attivo un osservatorio biologico-naturalistico. Sono centomila le tartarughe venute alla luce nell’arco del 2014 lungo le coste meridionali turche. Rigorosamente vietato il segno meno, qui è il più a fiorire. “In questo ultimo dodicennio – spiega il vice rettore Gurol Emekdas all’agenzia Dogan - abbiamo portato avanti ricerche sulla spiaggia di Alata (località non distante da Konya, ndr) e, annualmente, verificavamo la presenza di circa duecento nidi di tartarughe. Ma quest’anno c’è stato un incremento di ben dieci unità”.
E che dire dell’esercito di seicentosettanta tartarughine in marcia dalle coste dell’Anatolia verso il mare? Roba da Storia vera di Luciano di Samosata? No, è semplicemente l’effetto della schiusa di uova da guinness da primati registratasi sulla spiaggia di Kazanli (10 km a est di Mersin), che non per niente è conosciuta proprio come “spiaggia delle tartarughe”.