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17 novembre 2023
di Andrea Cionci
Se c’è una cosa davvero desolante in questa millenaria vicenda dell’usurpazione del papato di Benedetto XVI, non è tanto l’azione eversiva della cosiddetta “Mafia di San Gallo”, (che ha una sua sulfurea dignità essendo riuscita a ottenere la “pentola” del trono di Pietro pur senza il “coperchio” della sua legittimità), quanto piuttosto il mortificante teatrino di prelati apparentemente tradizional-conservatori. Costoro, come abbiamo già illustrato, stanno simulando uno scontro con Francesco per raccogliere il dissenso cattolico e inertizzarlo, portandolo su un binario morto, secondo la classica tecnica del gatekeeping.
La realtà, visibilissima, è che mentre le eccellenze Viganò, Schneider, Müller , eccepiscono su questioni del tutto accessorie, (eresie di Bergoglio, vizio di consenso, votazioni irregolari) completamente inutili e fuorvianti al fine della rimozione dell’antipapa, oscurano, censurano e ostracizzano la dirompente realtà della sede impedita di papa Benedetto. Basti pensare che Mons. Viganò parteciperà il 9 dicembre a un convegno americano dove è stato chirurgicamente escluso qualsiasi relatore che parli di sede impedita. Più questa viene confermata e suffragata da latinisti, giuristi, storici della Chiesa, più loro fanno di tutto per nasconderla, soffocarla e farla passare come una “fantasia da romanzo alla Dan Brown”. (E intanto, “Codice Ratzinger” ha già vinto altri due premi giornalistici, che annunceremo nei prossimi giorni).
Come abbiamo già scritto, per risolvere l’impasse basta constatare la nullità dell’elezione di Bergoglio avvenuta attraverso un conclave convocato a papa non abdicatario a norma del canone 332.2, come sancito dalla costituzione Universi Dominici Gregis.
Per questo motivo, la “Petizione per il riconoscimento della sede impedita di Benedetto XVI e la convocazione del conclave” continua a raccogliere firme: dopo le 11.500 già consegnate l’8 novembre in Segreteria di Stato, si è arrivati alle 12.640. Per l’Immacolata si punta alle 20.000.
Quindi, l’obiettivo per questi prelati “una cum”, è quello di mantenere lo status quo, evitare a tutti i costi lo scisma, puntando a un conclave-inciucio comprendente i falsi cardinali di nomina bergogliana, che ci regalerà un altro antipapa.
L’eletto da questo conclave spurio, non solo sarà privo dell’assistenza dello Spirito Santo (che rende il papa infallibile nel magistero straordinario e particolarmente tutelato in quello ordinario), ma sarà anche, politicamente, espressione di quella chiesa gnostico-modernista antagonista che ha preso il potere nel 2013. Sarà quindi la fine sia spirituale che politica della Chiesa canonica visibile.
Ora, chi lo dice che un conclave del genere produrrà questo disastro?
Il blog di Mons. Nicola Bux, ripreso da Marco Tosatti, contesta tale prospettiva citando il caso di papa Martino V che, al termine del Grande Scisma d’Occidente, fu eletto nel 1417 da un conclave composto da cardinali autentici e da falsi cardinali nominati da antipapi.
Peccato che l’autore, che si firma con il “modesto” pseudonimo di “Agostinus Hipponensis” si dimentichi di citare il fatto che Martino V fu eletto ALL’UNANIMITÀ, proprio per ovviare al problema dei falsi cardinali.
Ma allora, se un conclave-inciucio post-Bergoglio eleggesse all’unanimità un qualsiasi soggetto, questi sarebbe da considerarsi un valido papa?
Ovviamente no, perché contano le legislazioni vigenti oggi, non quelle del 1417. Come si può solo immaginare di far valere usi medievali della Chiesa, in violazione alle odierne leggi ecclesiastiche?
Infatti, l’art. 33 della Universi Dominici Gregis (U.D.G.) parla chiarissimo: “Il diritto di eleggere il Romano Pontefice spetta UNICAMENTE AI CARDINALI di Santa Romana Chiesa, ad eccezione di quelli che, prima del giorno della morte del Sommo Pontefice o del giorno in cui la Sede Apostolica resti vacante, abbiano già compiuto l'80o anno di età. Il numero massimo di Cardinali elettori non deve superare i centoventi. È ASSOLUTAMENTE ESCLUSO IL DIRITTO DI ELEZIONE ATTIVA DA PARTE DI QUALSIASI ALTRA DIGNITÀ ECCLESIASTICA o l'intervento di potestà laica di qualsivoglia grado o ordine”.
(Per fare un esempio paradossale, lo Ius exclusivae, il diritto di veto di un sovrano cattolico su un candidato al papato, è esistito per secoli, appunto, ma fu cancellato da Pio X nel 1904. Secondo il criterio “storico” di Mons. Bux, allora, nel prossimo conclave il re Felipe VI di Spagna, per esempio potrebbe oggi porre un veto su Zuppi, perché anticamente era permesso?).
Ora, il Canone 351 § 2 ci spiega l’ovvio, cioè che “I Cardinali vengono creati con decreto del Romano Pontefice”. Quindi Bergoglio, non essendo il legittimo papa, non ha il potere di creare cardinali, ergo, tutti quelli nominati da lui restano vescovi o con altre cariche ecclesiastiche, come avviene, ad esempio, per Padre Raniero Cantalamessa il quale è rimasto solo un presbitero.
E quindi, dato che “altre dignità ecclesiastiche” sono assolutamente escluse dal conclave, se questa norma dovesse essere infranta, l’art. 76 della U.D.G. annulla l’elezione: “Se l'elezione fosse avvenuta altrimenti da come è prescritto nella presente Costituzione o NON FOSSERO STATE OSSERVATE LE CONDIZIONI QUI STABILITE, l'elezione è per ciò stesso nulla e invalida, senza che intervenga alcuna dichiarazione in proposito e, quindi, essa non conferisce alcun diritto alla persona eletta”.
Ergo, un papa eletto con un’elezione nulla è un antipapa, non ha il munus petrino e con esso l’assistenza speciale dello Spirito Santo, come sopra. Non si scappa.
L’articolo sul blog di Mons. Bux, il quale è vicino al card. Burke, a parte la strumentale incompletezza della citazione storica, dimostra esattamente quanto abbiamo affermato all’inizio: c’è una volontà comune da parte di prelati pseudo-tradizional-conservatori di andare a tutti i costi a un conclave-inciucio, con gli effetti di cui sopra. (Spiace notare tale atteggiamento anche in ambienti vicini al card. Burke che fino ad oggi è rimasto più defilato rispetto agli altri gatekeepers citati).
Un’operazione dalle RESPONSABILITÀ ETICHE E SPIRITUALI INIMMAGINABILI: vorrebbe infatti dire opporsi alla purificazione del clero voluta dal Vicario di Cristo, significa sabotare la Pasqua della Chiesa annunciata da secoli, farla fallire nella sua “prova finale” citata nell’art 675 del Catechismo, procedendo a un conclave nel più assoluto dispregio per il carattere sacro dell’elezione del papa, il quale, come recita l’art. 53 della U.D.G. riceve il munus petrino PER DISPOSIZIONE DIVINA.
La prospettiva del conclave-inciucio costituisce quindi un andare apertamente CONTRO DIO. In ottica di fede, sarebbe una specie di biglietto in prima classe per l’inferno, soprattutto per quegli ecclesiastici che vestono di rosso in quanto hanno giurato di effondere il sangue per difendere la fede.
Peraltro, tali alti prelati SANNO GIA’ TUTTO, perché sono stati informati già mesi orsono con lettera inviata presso la Segreteria di Stato che protocolla tutto e garantisce la consegna al destinatario. Eppure, stanno lasciando decadere i diritti della Sede apostolica in aperta violazione dell’art. 3 della U.D.G.: “Inoltre stabilisco che il Collegio Cardinalizio non possa in alcun modo disporre circa i diritti della Sede Apostolica e della Chiesa Romana, ed ancor meno lasciar cadere, direttamente o indirettamente, alcunché di essi, sia pure al fine di comporre dissidi o di perseguire azioni perpetrate contro i medesimi diritti dopo la morte o la valida rinuncia del Pontefice. Sia cura di tutti i Cardinali tutelare questi diritti”.
Questo panorama ci fa capire quanto fosse isolato papa Benedetto XVI: se perfino i suoi "amici" si comportano così...
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