Come sappiamo, la fobia indica un'irrazionale e persistente paura e repulsione di certe situazioni, oggetti, attività, animali o persone, che può, nei casi più gravi, limitare l'autonomia del soggetto, ma che non rappresenta un reale pericolo per la persona. Spesso, il turbamento può nascere da elementi estremamente comuni che, per chiunque altro, non potrebbero in alcun modo essere percepiti come una minaccia. Ma quante fobie esistono? Ecco, dunque, una classifica che ne raggruppa le più strane.
Fobofobia, la paura delle paure
Rara e anche difficile da comprendere, la fobofobia letteralmente è la paura di sviluppare una fobia. Tendenzialmente si collega ad altre fobie, il che rende più facile spiegare il fenomeno: mettiamo il caso che si soffra di acrofobia (paura dell’altezza), la fobofobia consiste nel terrore di trovarsi in una situazione in cui l’altezza può determinare lo scatenarsi della fobia correlata.
Acluofobia, la paura del buio
Essa può sorgere in seguito ad eventi traumatici, anche in età adulta e, magari, per periodi di tempo limitati. In altri casi può costituire una fobia costante, magari anche caratteristica quando a soffrirne sono personaggi celebri come Alfred Hitchcock, il maestro che fece della paura la sua fonte di ispirazione artistica.
Ailurofobia, la paura dei gatti
È una fobia abbastanza comune, spesso, chi ne soffre, associa inconsciamente il gatto al soprannaturale. Infatti, a volte, questa si limita ai gatti neri, che nel Medioevo erano associati alle streghe e al demonio.
Musofobia, la paura dei topi
Nella cultura di massa, la musofobia è stata spesso associata alle donne, raffigurate in libri, film o cartoni animati, mentre urlano sopra una sedia alla presenza di un topo. Ad alcuni può bastare la sola immagine di un topo, anche al sicuro dietro uno schermo, per provare disagio e fastidio.
Koumpounophobia, la paura dei bottoni
Pare che questa paura attacchi una persona su 75.000, soprattutto bambini, causando crisi di panico alla sola vista dei bottoni. Molto spesso non è sufficiente rassicurarsi sapendo di non averne neanche uno addosso: può bastare la sola vista del bottone su un abito altrui a causare fastidio.