‘Ndrangheta, Maria Chindamo assassinata e il corpo dilaniato dai maiali

L’imprenditrice era scomparsa sette anni fa

Alessio Di Florio
07/09/2023
Cronaca
Condividi su:

Questa mattina i carabinieri, coordinati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro guidato dal magistrato Nicola Gratteri, hanno realizzato una maxi operazione contro la ‘ndrangheta che ha coinvolto vari territori italiani e portato a 81 misure cautelari. 

Nell’ambito di “Maestrale-Carthago”, come l’inchiesta è stata denominata, è emersa anche una vicenda dalla conclusione raccapricciante e terribile. A Limbardi (Vibo Valentia) il 6 maggio 2016 era scomparsa l’imprenditrice Maria Chindamo. In questi sette anni di lei non si sono mai avute notizie. Oggi purtroppo è emerso cosa le è accaduto: fu uccisa e il suo corpo dato in pasto ai maiali. Ad ucciderla « secondo le rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia, Salvatore Ascone, di 57 anni, arrestato nel blitz di oggi dei carabinieri» riporta l’Ansa. 

«L'imprenditrice è stata fatta sparire ed uccisa per la relazione sentimentale che aveva avviato dopo il suicidio del marito, Vincenzo Puntoriero, avvenuto nel 2015 – riporta l’agenzia stampa - Ascone avrebbe commesso l'omicidio insieme ad altre due persone, una delle quali era all'epoca minorenne mentre l'altra è nel frattempo deceduta» e tra i moventi anche «l'interesse di alcune cosche di 'ndrangheta del Vibonese per alcuni terreni di cui l'imprenditrice aveva acquisito la proprietà dopo il suicidio del marito». 

Tornano così a saldarsi, nel perverso e drammatico intreccio delle peggiori pagine della cronaca italiana, le violenze maschili contro le donne, la patriarcale pretesa di dominio e le mafie, i loro affari, la loro “cultura” (affine e perfettamente aderente alla cd. “cultura dello stupro” nella concezione della donna e nelle gerarchie sociali maschili) e le loro efferate violenze. Come accadde per Lea Garofalo, sciolta nell’acido per essersi ribellata, Annamaria Scarfò, che denunciò gli stupri di gruppo (a cui parteciparono giovani rampolli dei clan) e altre vicende. Annamaria Scarfò, che ha raccontato la sua storia e la sua battaglia nel libro «Malanova», fu perseguita dalla comunità e costretta ad andarsene, giudicata e condannata per aver denunciato il branco. Che, dopo due anni di abusi, aveva deciso di violentare anche la sua sorellina più piccola. 

 

 

foto fonte Ansa

Leggi altre notizie su Notizie Nazionali
Condividi su: