“L’immagine è una cosa, l’uomo ne è un’altra, è molto difficile essere all’altezza della propria immagine”
Elvis Presley morì il 16 Agosto del 1977, è stato un cantante statunitense che ha sovvertito il modo di fare musica. Viene ancora oggi chiamato "Il Re".
Nacque in una piccola cittadina del Mississipi nel 1935, e già da bambino sentì il richiamo della musica. Si racconta che la passione nacque quando, a sei anni, chiese a sua madre una bicicletta. Non potendosela permettere, la madre tornò a casa con una vecchia chitarra usata, e Elvis se n'è innamorò. Imparò a suonare da solo, imitando le note che sentiva suonare dall'organo della chiesa gospel vicino casa sua.
Al di là di ogni pregiudizio e discriminazione (che in quegli anni imperversava in America) da adolescente iniziò a mescolarsi con la comunità afroamericana di Memphis, dove si era trasferito con la madre. Impressionò tantissimo gli artisti di strada della musica nera: un ragazzo bianco di origine scozzese con un grosso ciuffo brillantinato, che cantava con una voce da nero e ballava come se la musica gli scorresse nelle vene.
Purtroppo però la fama tardava ad arrivare, e Elvis trovò lavoro alla Crow Electric. Era il 18 Luglio 1953 e, sulla strada per andare a lavoro, Elvis notò la sede dello studio Sun Records, che per pochi soldi permetteva a chiunque di imprimere un album dimostrativo da sottoporre alla casa discografica.
C'è chi dice che l'intento del futuro re del rock'n'roll fosse quello di imprimere un disco da regalare a sua madre e chi dice che il suo scopo fosse solo quello di farsi conoscere: fatto sta che quel giorno Elvis cantò My Happyness, una vecchia ballata, ai microfoni della piccola sala di registrazione.
Fu solo per caso che il capo dell'etichetta, Sam Phillips, ascoltò la registrazione. Immediatamente lo fece chiamare e lo affiancò a due musicisti con l'intento di creare un gruppo musicale.
Quando conobbe Elvis, Phillips fu scettico di quel ragazzo che sì, aveva un talento vocale, ma non aveva nessuna nozione teorica musicale. Eppure sentendolo cantare con i due musicisti ad accompagnarlo si rese conto che Presley aveva un incredibile orecchio musicale, sviluppato dai tanti anni passati ad ascoltare i gospel fuori alla chiesa vicino casa e cercando di riprodurre le sonorità con voce e chitarra.
Da allora, il successo per Elvis Presley fu inarrestabile, e non solo a causa della sua voce: gli anni di formazione passati in mezzo agli afroamericani l'avevano reso un animale da palcoscenico, sensuale e divertente, e chiunque lo vedesse ballare ne rimaneva folgorato.
Iniziarono così le apparizioni televisive, i concerti, gli album sempre in vetta alla classifica e addirittura i film. Il cantante recitò in 33 pellicole, la prima delle quali funge anche da "promozione" per "Love me Tender", una delle sue canzoni più famose.
Elvis fu sempre un grande lavoratore, si tratteneva in studio con la sua band tutto il giorno per poter trovare nuove sonorità e parole per le sue canzoni. Spesso rimodernava e faceva ritornare in auge vecchie canzoni e ballate della tradizione, come That's All Right, Mama. La suonò dopo una giornata poco fruttuosa in sala studio, e gli altri musicisti ne furono così impressionati che la inserirono nella loro scaletta.
Elvis diventò un mito, una leggenda. Ovunque andasse, era inseguito da fan sfegatate che gli lanciavano foto e biancheria intima. A lui ciò divertiva abbastanza, e nel frattempo la fama cresceva.
A Memphis acquistò una vecchia casa coloniale con un grande parco, e ne fece la sua casa, chiamata Graceland.
Il 24 Marzo 1958 venne chiamato alle armi. Mai servizio militare fu più singolare: anche durante l'allenamento era circondato da fotografi e giornalisti, nonché compagni di camerata emozionatissimi di avere il re con loro. Venne congedato due anni dopo, e al suo ritorno si organizzò un enorme concerto, il Welcome Home Elvis!
Nonostante la sua vita si fosse completamente capovolta, il re del rock'n'roll rimase sempre una persona molto affabile e corretta, legatissimo a sua madre e ai suoi insegnamenti. La sua morte fu per lui un duro colpo, da cui si riprese a fatica, grazie anche all'incontro con Priscilla Beaulieu, che presto diventò sua moglie. Dal loro matrimonio nacque Lisa Marie, futura moglie di Michael Jackson.
Elvis rimase sempre fuori da polemiche e battibecchi politici, ma non per questo non era disposto a parlare di temi sociali e diffondere la sua opinione, per esempio a favore dei diritti degli afroamericani, la cui cultura amava moltissimo. Nella sua canzone In the Ghetto racconta la storia di un giovane ragazzo nero e delle sue mille difficoltà. Costretto a rubare per poter sopravvivere, un giorno il ragazzo tenta di scappare via da casa, ma viene ucciso. Nello stesso momento, un altro bambino nero nasce: molto probabilmente avrà lo stesso destino.
Passò tantissimi anni suonando in giro per il mondo. Nel 1977 si tenne la sua ultima turnèe.
Tornato a casa deciso a prendersi un periodo di riposo, ad Agosto dello stesso anno si sentì male. Venne portato in ospedale d'urgenza, ma i medici lo dichiararono morto per aritmia cardiaca. Era il 16 Agosto 1977.
La morte del Re fu talmente improvvisa che molti (tutt'ora) sostengono che non sia morto, ma semplicemente abbia deciso, dopo una vita di fama estrema, di dedicarsi a se stesso e ad una meritata serenità.
Vero è che Elvis era ingrassato parecchio negli ultimi anni. Continuava a cantare e ballare come al solto, ma il suo respiro era diventato affannoso. I concerti duravano sempre di meno, al massimo un'ora, e fu ricoverato due volte per delle overdose di farmaci. Soffrì negli ultimi anni di una profonda depressione, che lo portò anche all'alimentazione compulsiva. Nonostante ciò, Elvis non s'è mai fermato. Sembrava che tutti i suoi problemi svanissero sul palco, e che, nonostante la fama l'avesse logorato, era proprio dalla musica che traesse la sua linfa vitale.
ACQUISTA SU AMAZON LA BIOGRAFIA DI ELVIS!