In questo giorno del 1963 il mondo dell'etologia dovette fare i conti con il DOC, la Denominazione di Origine Controllata, che spianò la strada al DOCG e al DOP. Fu infatti esattamente 60 anni fa che, con il decreto n. 930, il Presidente della Repubblica inseriva la certificazione, rivoluzionando per sempre il modo di fare vino, di venderlo, e di berlo.
Il merito dell'invenzione va all'avvocato romano Rolando Ricci, funzionario dell'allora ministero dell'agricoltura, che voleva difendere i vini storici e inimitabili italiani.
Ormai dire DOC è obsoleto, perché nel 1992 venne integrato il marchio DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita),e nel 2010 DOC e DOCG ricadono sotto la sigla DOP (Denominazione di Origine Protetta, attribuito dall'Unione Europea)
Ma qual è la differenza tra DOC DOCG e DOP? Perché sono importanti questi marchi di qualità? Come si ottengono? Quali sono i vini più famosi marchiati DOC/DOCG?
DOC DOCG e DOP
DOC certifica la zona di origine e le uve utilizzate e fa riferimento ad una zona geografica ampia. DOCG, invece, è obbligatorio in etichetta e certifica l'origine geografica di un vino, in una area geografica specifica). Infine, DOP è un marchio di tutela giuridica attribuito dall'Unione europea agli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui sono stati prodotti.
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Perché i marchi di Denominazione Controllata sono importanti
Il marchio DOC è una sigla storica, un riconoscimento di qualità ai vini prodotti in aree geografiche di medie e piccole dimensioni. Adesso, come accennato, i vini DOC ricadono sotto il marchio DOCG.
Avere un marchio DOC vuol dire vendere soltanto prodotti vitivinicoli di elevata qualità, che rispettano appieno alcuni processi indispensabili per includere il prodotto nel ristretto club dei vini più prestigiosi. Questo perché per il consumatore è importante conoscere la provenienza delle uve, la localizzazione dei vigneti, e dove vengono trattate le materie prime. Con il marchio DOC, il consumatore ha accesso a tutte queste informazioni. Si stipula così un rapporto di fiducia tra produttore e consumatore.
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Come si ottiene?
I marchi DOC e DOCG vengono apposti in etichetta dopo un controllo ministeriale, e tecnicamente non c'è una procedura standard che il viticoltore deve seguire per ottenerlo. Questo perché la produzione vinicola cambia in base alla zona, alle tradizioni e alle necessità del terreno. Tuttavia, sappiamo che i vini vengono sottoposti ad esami molto rigidi. E' possibile avere i marchi solo se si ha un'azienda che commercializza prodotti con determinate caratteristiche qualitative. Prima di essere messi in commercio, i vini vengono sottoposti ad un'analisi chimico-fisica e ad un esame organolettico, che certifichi i requisiti previsti.
Vini marchiati DOC/DOCG: i più pregiati e famosi
Il clima temperato del Mediterraneo ha permesso all'Italia di essere il maggior produttore di vini al mondo: quasi un quinto del vino prodotto al mondo è italiano. Solo nel 2022, si sono prodotti 50,3 milioni di ettolitri di vino.
Ma l'Italia non vanta solo un primato di quantità, ma anche di qualità. Molti dei nostri vini sono rinomati in tutto il mondo, e sono, per l'appunto, marchiati DOC e DOCG.
Dal nord a sud, sarebbe impossibile fare una selezione dei migliori. Qui ne nomineremo tre, rappresentanti della zona nord sud e centro.
In Piemonte c'è il rosso Barolo, in provincia di Cuneo. Richiede un invecchiamento di 38 mesi. Di color rosso granato con riflessi aranciati, è intenso e persistente all'olfatto, eccezionalmente complesso. Al sapore è un vino potente e elegante, di grande personalità.
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In Abruzzo abbiamo il Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane, prodotto a Teramo. E' un vino rosso invecchiato di 2 anni, prodotto a 500 metri di altezza. Rosso rubino con odore etereo e intenso, armonico e vellutato al palato.
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Infine, il Primitivo di Manduria, un altro rosso, prodotto in provincia di Taranto. Colore tendente al violaceo e all'arancione con l'invecchiamento, al naso ha un aroma leggero, caratteristico. Al palato è gradevole, pieno, armonico, e tendente al vellutato con l'invecchiamento.