«Posso garantire che non sono stati fatti errori medici, sono stati rispettati tutti i protocolli, che si utilizzano sempre in questi casi». E' cosi che il ginecologo Flavio Carnino, primario del reparto di Ostetricia dell’ospedale Martini di Torino, dov’è morta una donna di 37 anni dopo un aborto farmacologico, esclude un caso di malasanità. Anche il ministero della Salute - oltre alla procura di Torino - ha aperto un fascicolo sul caso. Il 4 aprile scorso alla donna era stata somministrata la RU486 per l’aborto e pochi giorni piu' tardi, la prostaglandina per l’espulsione delle mucose e dell’embrione. Ora, l'autopsia è stata disposta dal pm Gianfranco Colace, titolare dell’inchiesta aperta dalla procura di Torino a cui si è rivolta la Asl To1. «Nel nostro ospedale, - precisa il dottor Carnino - lo scorso anno sono stati eseguiti molti interventi di questo tipo e quest’anno una ventina. Non ci risulta che la paziente avesse controindicazioni rispetto a questo intervento o patologie. La signora aveva riferito solo un’allergia al lattosio, ma niente di più. Sulle possibili cause della morte, non mi sento di formulare alcuna ipotesi - conclude il medico del Martini - . I farmaci utilizzati sono quelli che abitualmente si usano e l’équipe medica si è prodigata in ogni modo per salvare la paziente».