INTERVISTA AI SYBERIA

Sonia Bellin
29/07/2022
Attualità
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Li abbiamo conosciuti nelle scorse settimane imparando ad apprezzare le loro sonorità anni ottanta; portavoce di un genere che fonde insieme vari elementi, dal Darkwave, al New Romantic, al Synth Pop, ecco a voi i SYBERIA, la band italiana che ha rinnovato il Rock elettronico.

 

Sonia - Benvenuti ragazzi, cominciamo dalle origini, ovvero dai vari passaggi che hanno portato all’idea di mettere su una band che tra l'altro inizialmente non aveva il nome di SYBERIA.

 

Janko -  È stato un processo molto lungo che ancora oggi è proiettato verso il costante miglioramento. Ho sempre amato la musica e già da bambino uno dei miei grandi passatempi era ascoltare i vinili di mio padre dove tra i miei preferiti, già a quei tempi, vi erano quelli di musica Wave. 

A 12 anni fondai la mia prima band e tre anni dopo registrai la mia prima Demo. Nel tempo ho fatto parte di molti gruppi spaziando tra vari generi, e ho avuto l'occasione di esibirmi in molti concerti a livello nazionale e fare esperienze bellissime e fondamentali.

Anni fa però deluso da varie situazioni decisi di abbandonare definitivamente la musica: fu però un periodo relativamente breve dove comunque saltuariamente sentivo il bisogno di imbracciare uno strumento e sfogarmi tra le pareti della mia stanza. Così agli inizi del 2015 senza neanche rendermene conto avevo effettivamente ripreso a suonare e comporre, vantando già vari brani che sarebbero in seguito diventati dei cavalli di battaglia. Fu un mio amico bassista di Manchester, tale Morris Kane, che ascoltando casualmente le mie composizioni e ammaliato da queste, mi convinse a ritornare definitivamente in pista formando una nuova band.

 

Sonia - In particolare ciò che porta a rendere concreta tale idea è l’esigenza del leader e fondatore Janko Filipovic, di scrivere e comporre, trasponendo in musica le proprie emozioni sul momento…

 

Janko - Esattamente. Mi resi conto che nonostante mi fossi intenzionalmente sforzato, la mia vita non può esser scissa dalla voglia di scrivere musica e farla ascoltare a quante più persone possibili, lontano da uno studio di registrazione o da un palcoscenico dove esibirmi. Dopo uno stop di qualche anno quindi ero di nuovo felice ed entusiasta e pronto a ripartire più deciso e forte che mai. Possiamo così considerare l'autunno del 2015 come la data dell'effettiva nascita del progetto che presto sarebbe stato chiamato SYBERIA.

 

Sonia - In quale modo il genere che portate avanti è in grado di raccontare un certo stato d’animo?

 

Janko - Non credo esista nessun particolare genere che abbia delle regole prefissate da rispettare scrupolosamente. Ma ovviamente ogni vero artista è ispirato da qualcosa che lo stimola; personalmente sono affascinato da tutta la cultura e la subcultura degli anni ottanta e sono felice sia in parte ritornata in voga (sebbene in maniera rivisitata e un po' troppo spicciola) in questo ultimo periodo storico. Parallelamente avendo conseguito studi classici sono anche vivamente rapito, fin dai tempi del liceo, dal movimento gotico del settecento e dell'ottocento, che vede mischiarsi elementi di barocco, rococò, vittoriano e romanticismo. Sono un appassionato di poesia e adoro la poetica dei cosiddetti Poeti Maledetti di cui condivido modelli di scrittura e in parte di vita. In questo sono molto in linea con i migliori e storici musicisti della scena Wave che fin dagli albori del genere hanno attinto a piene mani da questi mondi. Mi piace pensare che le mie storie raccontate nei testi possano insieme alla musica far staccare la spina all'ascoltatore, almeno per un po', e che questi possa quindi entrare in un altra dimensione dove poter dare libero sfogo alla propria immaginazione, come accadeva a me quando ero bambino catapultato dai miei ascolti. Ovviamente per far accadere questo bisogna che le parole e le note usate siano estremamente emozionali e profonde, e che anche l'ascoltatore sia a sua volta ben predisposto mentalmente.

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