Chi lo ha detto che le giovani generazioni non hanno voglia di lavorare e mettersi in gioco? L’esempio di Luis Felipe Fuentes Salazar, di Setec è decisamente diverso da tanti stereotipi. Luis Felipe Fuentes Salazar, ingegnere delle telecomunicazioni specializzato in networking, con 10 anni di esperienza nel settore, da sempre è appassionato del BIT.
Luis Felipe Fuentes Salazar, nel 2012, dopo la laurea, ha collaborato come ingegnere con aziende del settore, tante le certificazioni altamente competitive.
“Ho lasciato il Venezuela nel 2017 con la Guerra Civile e sono arrivato in Italia che è la mia seconda casa e la terra dei miei avi, mia figlia di 4 anni è nata qui. Anche mia moglie è ingegnere e con lei condivido la passione per la tecnologia. Loro sono il motore quotidiano.
In Setec sono arrivato nel 2018, grazie al nipote del titolare, Lamberto Fagioli, che mi ha portato in azienda. Lamberto ha visto in me, pur giovanissimo e arrivato dall’estero, la voglia di superare me stesso. Probabilmente lui, che è sopravvissuto alla guerra, mi ha subito capito e mi ha dato questa possibilità di mettermi al servizio della Setec, con la passione e la voglia di crescere che ho esattamente come lui”.
Quale è la sua competenza?
“Fornisco consulenze di networking ai clienti, oggi sono assegnato a Poste Italiane, gestisco le più moderne tecnologie di mercato TLC, la piattaforma più moderna in assoluto.
Sposto servizi in Italia ed Europa, svecchio tecnologie per grandi gruppi, faccio swap della tecnologia –da vecchi apparati a nuovi. E’ un lavoro delicato, perché tratto dati sensibili e sono affiancato da professionisti specializzati in sicurezza informatica. Non si può sbagliare, bisogna rispettare anche i tempi di spostamento. Se non si rispettano le tempistiche si incorre nel penale”.
Qual è la cosa più facile e quella più difficile?
“La più facile è continuare ad imparare in un mondo di cui sono innamorato, nel quale ci si imbatte sempre in tecnologie nuove e sconosciute e bisogna aggiornarsi di continuo. Sono privilegiato a mettere le mani su questa tecnologia.
La più difficile, invece, è la mancanza della mia terra; in Venezuela ho una mia azienda che ho dovuto lasciare, oggi è la mia attività secondaria, ma con Lamberto ho progetti nuovi che la riguardano”.
“Abbiamo altri progetti tra Italia e America sempre in questo settore, idee ambiziose che faranno molto crescere la Setec.
La collaborazione tra generazioni è la svolta, in un mix tra esperienza, e aggiornamento continuo, questa la chiave del successo”.
Come vedi la tua generazione?
“Tanti sono preparati, ma non hanno un titolo e questo fa la differenza, come una laurea in Ingegneria.
La mia generazione ha lasciato da parte l’università, la maggior parte vanno direttamente a lavorare, credo che una base di preparazione professionale sia assolutamente necessaria, perché lo studio di base ti fa capire e agire sulle problematiche, interpretando le reti, comprendendo ciò che si fa e non solo per intuito.
La mia generazione ha una visione particolare sulla tecnologia, ha una mente diversa portata in modo speciale per gli strumenti tecnologici”.