Collaudopoli. In morte di un imprenditore ucciso dallo Stato

La storia di Carlo Massone da Alessandria

Antonio Giangrande
28/02/2014
Attualità
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«Siamo un paese di truffatori ed evasori fiscali, o, magari, qualcuno ha interesse a farci passare come tali». Così afferma il dr Antonio Giangrande, noto saggista di fama mondiale e presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, sodalizio antimafia riconosciuto dal Ministero dell’Interno. Associazione fuori dal coro e fuori dai circuiti foraggiati dai finanziamenti pubblici.

«Esemplare è la storia di Carlo Massone, un autotrasportatore di Alessandria che da anni combatte una battaglia impari. Comprò, a sua insaputa, un camion inidoneo alla funzione indicata, tratto in inganno dalla documentazione pubblica allegata e per questo, a sua volta, ingiustamente accusato di truffa. Mezzo inidoneo, ma dichiarato idoneo, e per gli effetti bloccato, inibendo l’attività imprenditoriale. Da anni si rivolge alle istituzioni competenti ed ai Parlamentari italiani ed europei con funzioni di vigilanza ed inchiesta. La prima volta che si rivolse a me, chiedendomi aiuto e non avendo potere di intervento, premonendo il futuro, gli dissi che con questa gente e le istituzioni che li coprono non avrebbe cavato un ragno dal buco: “sarai cornuto e mazziato”, gli dissi. A questo danno si è aggiunta la beffa: Equitalia chiede 175mila euro per quella sua stessa attività».

“Preg.mo Presidente Avv. Antonio Giangrande le mando l'interrogazione parlamentare aggiornata con la risposta evasiva del Ministero, in quanto il collaudo avvenuto a Cuneo non era solo scaduto, ma era falso. E ciò lo dico con documenti alla mano. Sia la motorizzazione, che la ASL, ARPA e il CTU del Tribunale di Alessandria  hanno dichiarato  la declaratoria di non usabilità del camion con gru e piattaforma. A riscontro della risposta mi chiedo come abbia fatto il camion a circolare prima di essere venduto al Carlo Massone con timbri “regolare” senza verifica e poi come si possa addebitare il tutto all’usura successiva del camion gru se ciò non può essere avvenuto in quanto si è imposto il fermo per due anni. Carlo Massone”. Ed ancora. “Preg.mo. Avv. Antonio Giangrande, cortesemente la Imploro. Le Chiedo di postare sul suo BLOG anche questa ennesima interrogazione parlamentare. Così la giro anche ad EQUITALIA,che entro oggi, il 28 febbraio 2014, pretende 175mila euro!! Non mi resta che ammazzarmi!! Grazie. Saluti. Massone Carlo”.

Ecco l’interrogazione alla Camera, Commissione Giustizia, del 26.02.2014, n. 5-02234 dell’On.le Emanuele Fiano (PD).

Interrogazione a risposta in Commissione: FIANO

Al Ministro della giustizia, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

nel 1989 l'autotrasportatore Carlo Massone residente in frazione Crebini 37 – Castelletto d'Orba (Alessandria) acquistò un camion usato tipo Fiat 170/35 B targato AL 359341, ribaltabile su tre lati con gru e piattaforma aerea a due posti, pagandolo oltre 100 milioni;

come da attestazione rilasciata dal concessionario Iveco Plura spa di Ovada (Alessandria), il mezzo in questione risultava regolarmente collaudato in tutte le sue parti, completo di attestazioni rilasciate dalla motorizzazione e dall'Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) e pertanto pronto per essere utilizzato su strada;

il signor Carlo Massone, prima di utilizzare il mezzo in questione, richiese ed ottenne dalla motorizzazione e dalla USL di Alessandria una verifica preventiva straordinaria che, in seguito, diede esito negativo, e cioè si rivelò che il mezzo presentava una serie di anomalie tecniche e strumentali tali da renderlo inutilizzabile, in totale contrasto con le norme di prevenzione e di sicurezza sul lavoro;

a seguito di ciò, il signor Carlo Massone non solo fu costretto a rinunciare al camion appena acquistato, ma venne altresì indagato – gli fu attribuita la responsabilità di averlo manomesso e modificato – e successivamente assolto, avendo dimostrato di non aver mai impiegato il mezzo per alcun lavoro e di non averlo mai ritirato dalla concessionaria se non il giorno prefissato per la revisione straordinaria;

dai documenti in possesso del signor Massone risulterebbe che la data di emissione della fattura quietanzata rilasciata dalla ditta Iveco Plura spa – 7 settembre 1989 – è in netta e curiosa contraddizione con quella citata nella notifica rilasciata (a richiesta del signor Massone, proprietario del mezzo) dal compartimento della polizia stradale, sezione di Alessandria, secondo cui «Visti gli atti d'ufficio si dichiara che la carta di circolazione relativa all'autocarro targato AL 359341 è gravata dal decreto di sequestro n. 616/88/A emesso dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Bergamo il 14 marzo 1988 e che in ordine alla stessa sono in corso ricerche da parte di questo ufficio al fine di rintracciarla e sequestrarla» (Alessandria, 3 maggio 1990, n. 326, rep. 240 PG);

successivamente, il medesimo compartimento della polizia stradale, sezione di Alessandria, rispondeva alla procura della Repubblica presso la pretura circondariale di Alessandria – in ordine alla denuncia sporta dal signor Massone – «Fa seguito alla denuncia sporta da Massone Carlo, in atti generalizzato, trasmessa con nota prot. n. del 4 maggio 1990 in ordine alla quale si sciolgono parte delle riserve espresse. Si comunica che negli elenchi forniti dalla motorizzazione civile e dei trasporti in concessione di Cuneo, relativi ai collaudi effettuati negli anni 1989-1990 presso la ditta Delia, non c’è traccia di quello afferente al certificato di approvazione rilasciato per l'autocarro targato AL 359341» (Alessandria, 16 giugno 1990, n. 600, rep. 240 PG);

lo stesso Massone Carlo chiedeva e otteneva, successivamente, una relazione tecnica circa la causa Massone-Plura spa in merito all'udienza del 23 marzo 1995 con lo scopo di chiarire i punti elencati nelle «deduzioni istruttorie»; nella conclusioni della relazione si ravvisavano da un lato uno «stato di degrado tecnico» del mezzo e la sussistenza di «una serie di inadempienze contrattuali» definite «elementi sconcertanti»; e dall'altro, si rilevava l'assoluta estraneità del signor Massone all'utilizzo dell'automezzo in oggetto, come sentenziato anche dalla procura di Tortona il 16 settembre 1993;

quanto sopra esposto ha prodotto ripercussioni gravissime alle economie della ditta del signor Carlo Massone, al punto da indurlo – pur di non rimanere senza lavoro e con un mezzo sequestrato ed improduttivo – ad acquistarne altri, con il medesimo triste e scandaloso risultato;

ad oggi il signor Carlo Massone, pur avendo interpellato parlamentari e Ministri ed aver interessato anche la procura della Repubblica di Genova poiché nessuna risposta o indennizzo sono pervenuti dalle autorità di Alessandria e comunque da tutte quelle interessate nella vicenda, è ancora in attesa che si faccia chiarezza e che la sua pratica approdi a giusta conclusione;

da più di dieci anni lo stesso Carlo Massone sta combattendo una battaglia di sensibilizzazione volta a far emergere la verità sul suo personale caso e su fatti di analoga gravità che metterebbero in discussione l'intero apparato preposto alla certificazione di idoneità ad operare dei mezzi industriali coinvolgendo ingegneri e pubblici ufficiali funzionari dello Stato;

il 9 marzo 1999, nella XIII legislatura, il senatore Bornacin presentò in merito una specifica interpellanza parlamentare, la 2-00767, cui però non fu data risposta, e in data 7 marzo 2007 il senatore Martinat ha ripresentato l'interrogazione n. 4-01468 –:

se non si reputi opportuno e doveroso attivarsi con estrema urgenza per fare chiarezza su di una vicenda così delicata e di sconcertante gravità, sollecitando il riesame della pratica e verificando, secondo quanto denunciato, la regolarità delle attestazioni rilasciate dalle autorità competenti in ordine ai collaudi di omologazione dei veicoli industriali al fine di verificare responsabilità ed eventuali comportamenti omissivi da parte di pubblici funzionari;

che cosa intenda fare il Governo per garantire che, in materia di collaudi ed omologazioni di veicoli industriali, venga rispettato scrupolosamente il dettato legislativo e si eviti pertanto che pubblici funzionari rilascino certificati di omologazione e di collaudo su veicoli industriali sulla base di documenti di conformità rilasciati dagli allestitori senza effettuare verifiche tecniche rigorose sui mezzi, come prevede la normativa vigente;

come si spieghi che veicoli industriali certificati e collaudati al momento dell'acquisto risultino poi, ancor prima di essere utilizzati (come in questo caso e grazie soprattutto alla scrupolosità dell'acquirente), non in regola e che vengano avanzati sospetti solo sull'autotrasportatore, anziché considerare anche le responsabilità delle motorizzazioni civili, dell'Ispesl e dei concessionari;

se non si reputi doveroso promuovere una verifica per accertare che i funzionari pubblici deputati alla certificazione di collaudo e di omologazione dei veicoli industriali della motorizzazione civile ed Ispesl procedano attenendosi scrupolosamente a quanto previsto dalla legge in materia e non vengano adottati metodi del tutto estranei alla corretta condotta delle ispezioni. (5-02234)

Dello stesso tenore sono state le interrogazioni dello stesso Fiano al Ministro dei trasporti: Seduta n. 238 dell'8/11/2007 (4-05578).

Anche Aurelio Salvatore Misiti ha fatto la stessa cosa con le interrogazioni in Commissione:

Interrogazione a risposta in Commissione 5-00893 presentata mercoledì 28 gennaio 2009, seduta n. 122;

Interrogazione a risposta scritta 4-02736 presentata giovedì 2 aprile 2009, seduta n. 158

Interrogazione a risposta scritta 4-03144 presentata mercoledì 27 maggio 2009, seduta n.183.

La stessa cosa ha fatto il Gruppo Consiliare Alleanza Nazionale a Torino il 10 marzo 2008.

Ed ancora l’interrogazione scritta al Parlamento europeo dell’On. Mario Borghezio del 18/04/2007 - Emissione di certificati di omologazione falsi da parte delle Motorizzazioni Civili italiane.

Ed ancora l’interrogazione scritta alla Commissione Europea. Interrogazione con richiesta di risposta scritta P-001164/2012 alla Commissione, Articolo 117 del regolamento, dell’on. Oreste Rossi (EFD).

«Dopo tanti anni, come volevasi dimostrare, in Italia, pur con la ragione, non si riesce a cavare un ragno dal buco, anzi sì è cornuti e mazziati e ti dicono, in aggiunta, subisci e taci», chiosa in chiusura Antonio Giangrande.

Dr Antonio Giangrande

Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
www.controtuttelemafie.it e www.telewebitalia.eu
099.9708396 – 328.9163996
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