Arianna Marchetti cambia ruolo e guarda al futuro: “Divento CIO dell’azienda per vincere nuove sfide”

Arianna Marchetti dopo 34 anni come CEO della Marchetti cambia ruolo diventando CIÒ con un ruolo più operativo guadando alle sfide del futuro per l’azienda di famiglia e ci svela le sue strategie.

Thomas Cardinali
02/08/2020
Economia
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La Marchetti è una delle aziende più importanti e duraturedell’industria italiana e con i suoi tenditori idraulici per la lavorazione della pietra ne rappresenta una eccellenza esportata in tutto il mondo. Gran parte del merito del successo raggiunto in questi anni è di Arianna Marchetti, che dal 1986 è alla guida della società in qualità di CEO. Ora dopo un cambio ai vertici del management la figlia del fondatore Cesare ha deciso di ricoprire il ruolo di CIO, ovvero un ruolo di responsabilità più creativa e visionaria che amministrativa. In un’epoca in cui l’azione e l’immediatezza nel prendere decisioni è sempre più importante dunque Arianna Marchetti decide di scendere ancor di più in campo per portare l’azienda verso le sfide del futuro anche in ambiti nuovi e stimolanti.

La Marchetti è un’azienda storica dell’industria italiana, cosa prova quando pensa di portare avanti il nome della sua famiglia nata praticamente insieme a lei?

“Provo quello che ho sempre provato da quando a soli 22 anni mi sono ritrovata dal nulla come nuovo AD al posto di mia madre: senso del dovere e desiderio di fare sempre meglio. Sono felice che dopo tanti successi e tante crisi la Marchetti sia ancora un punto di riferimento nell’industria italiana e che ora guardi con ambizione al futuro”.

Un futuro che la vede non più come CEO, invece ChiefInnovation Officer. Come mai questa scelta?

“Ho ricoperto il ruolo di CEO per 34 anni, ho affrontato tante sfide ed ho visto passare generazioni, mandato in pensione tanti dipendenti, girato il mondo ed adesso arriva una nuova sfida”.

Ha mai pensato dopo tutti questi anni di andare in pensione?

“Assolutamente no, non riuscirei a stare senza lavorare lontano dall’azienda”.

Mi può descrivere meglio il suo nuovo ruolo all'Interno della Marchetti?

“Il ruolo del Chief Innovation Officer è quello di creare dei nuovi gruppi di lavoro, con cui sviluppare nuovi prodotti, strategie per raggiungere obiettivi diversi da quelli di oggi. È un ruolo meno amministrativo e molto creativo rispetto a prima, voglio essere in prima linea sul campo per portare la Marchetti verso le sfide del futuro”.

Come pensa di farlo?

“Come prima cosa partiamo dalla squadra, la mia idea è quella di dare spazio ai giovani. Il mio impegno da subito è di creare una squadra che possa portare energia nuova in azienda, che sappia leggere in anticipo i grandi cambiamenti del nostro tempo e possa farli volgere a vantaggio dei nostri progetti. Non possiamo pensare di andare nel futuro con una squadra di vecchi, al fianco dell’esperienza deve essere la brillantezza e l’essere Smart che soltanto i nuovi talenti possono darci”.

Crede cosi tanto ai giovani? qualcuno dice che non hanno esperienza.

“L'esperienza è sicuramente importante, per questo vogliamo avere il giusto mix nel nostro team. il nostro obiettivo è quello di migliorare le cose, portare sul mercato novità, ma anche prodotti che esistono da anni con una chiave di lettura diversa. Vogliamo dare del valore aggiunto, abbiamo bisogno di osare e di investire nel nostro reparto di ricerca e sviluppo. Dare voce ai giovani significa vivere il nostro tempo, le innovazioni vengono fatte dalle nuove generazioni. Quando i nostri giovani manager e collaboratori avranno creato dei progetti, questi passeranno al vaglio delle persone con esperienza per valutare la loro fattibilità”.

Ha già in mente qualcosa?

“Sicuramente partiamo dal metodo di lavoro, usciamo dagli schemi. Il nuovo Team, avrà spazi di lavoro nuovi, modalità e orari. Dobbiamo abbattere i muri, chiudere con certe convinzioni, con la ripetitiva di riunioni inutili e report che non servono a nulla. Dare spazio all'espressione significa liberarsi delle convinzioni che ci portano a vedere le cose sempre con gli stessi occhi. Cambiando la prospettiva del nostro sguardo cambieremo anche il modo di fare impresa uscendo vincitori dalle tante sfide che abbiamo davanti”.

Ci può dire almeno dove vedranno luce i vostri nuovi progetti?

“Sicuramente partiamo sempre dalla nostra industria, dalla nostra esperienza maturata nei decenni, siamo pronti al lancio di un prodotto che andrà a risolvere dei problemi all’industria della pietra, ma che potenzialmente potrà essere applicato anche in tanti altri settori migliorandone la qualità che è da sempre il focus di Marchetti: qualità è durata nel tempo”.

Non ci può dire altro?

“Purtroppo, il Covid 19 ha fatto posticipare tutti gli eventi fieristici del 2020, il lancio dei nuovi progetti è stato posticipato per la fine del 2020 e li sveleremo un prodotto su cui abbiamo lavorato negli ultimi tre anni mettendo tantissime risorse”.

Che tipo di orientamento avrà la sua guida con questo nuovo ruolo? Avrete al centro l’obiettivo di rientrare degli investimenti?

“Assolutamente no, le ho appena detto che dobbiamo rompere con i vecchi schemi. Noi come obiettivo abbiamo il raggiungimento del bene comune, ovvero migliorare la vita degli esseri umani, raggiungere un livello di crescita aziendale sostenibile. Il massimo rispetto dell'ambiente, vogliamo lavorare solamente con energia rinnovabile, l’utilizzo di nuova tecnologia per inquinare di meno, lavorare in armonia e raggiungere un livello di serenità tra tutti gli addetti ai lavori, questi sono i nostri obiettivi, fare contenuti, creare prodotti più pensati, non per fare solamente una vendita”.

Sembra un progetto utopistico, mi può dire come funzionerà dal punto di vista finanziario?

“Il mio metodo è molto semplice, quando sviluppo un progetto non penso mai al fattore economico, perché mettere il denaro al centro può minare il risultato qualitativo. Noi spendiamo le nostre forze per realizzare un prodotto o un servizio eccellente, niente di più e poi mi creda il risultato finanziario arriva sempre quando si verifica la congiunzione di questi fattori”.

Nel suo ruolo di Chief Innovation Officer pensa di dialogare con altre aziende o istituzioni?

“Si, nei prossimi giorni inizieremo tutta una serie di incontri con Università ed Istituti di ricerca, per presentare alcuni progetti già tracciati. Inoltre, abbiamo delle collaborazioni con altre aziende multinazionali con cui svilupperemo dei progetti comuni”.

Come saranno finanziati questi progetti?

“La maggior parte di questi progetti sono finanziati direttamente dalla nostra azienda e da fondi di investimento che credono profondamente nelle nostre capacità manageriali, alcuni vengono anche finanziati da fondi delle comunità europea e con la creazione di nuove joint venture”.

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