Come l'Italia reagisce al virus

Massimo Serrini
08/06/2020
Scienza e Tecnologia
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Dopo la crisi del coronavirus ogni attività deve riprendersi e tornare in carreggiata. Da quando il virus ha fatto la sua apparizione in Italia lo Stato ha deciso di attivare un lockdwon che ha costretto alla chiusura di tutte le aziende e la limitazione delle attività sociali. Gli italiani sono stati infatti invitati a lasciare le loro abitazioni solo in caso la necessità fosse importante, come la spesa o cause mediche, e anche qualora ci fossero state interazioni sociali queste dovevano essere effettuate nel rispetto delle norme di distanziamento imposte.

Ora finalmente dal 4 Maggio la situazione è andata in ripresa, il lockdown ha dato i suoi frutti e l'economia ha potuto dare i primi segni di miglioramento: è iniziata la fase 2. Per far si di poter riaprire le proprie attività ogni settore ha dovuto adottare delle procedure di sanificazione e i servizi possono essere erogati solo rispettando alcune condizioni. Andiamo a vedere dunque quali sono le procedure adottate.

La ristorazione e i bar
Come ha risposto il campo della ristorazione alla riapertura dopo il lockdwon? Quali sono gli accorgimenti che sono stati presi per permettere alla clientela di tornare a mangiare fuori in tutta sicurezza? Innanzi tutto le prime procedure che si devono effettuare riguardano la gestione della clientela, non è più concesso di rimpinzare i locali finché tutti i tavoli sono occupati, anzi, tra l'uno e l'altro deve essere rispettata una certa distanza minima di sicurezza, le posate impiegate devono essere usa e getta e, prima dell'apertura del locale l'ambiente deve essere sottoposto a processi di sanificazione che possono avvenire tramite diverse tecniche, come il rilascio di ozono all'interno degli ambienti.

Anche le cucine possono essere adibite per aumentare le misure di sicurezza applicate, in particolare si può procedere alla sostituzione delle cappe dell'aria, dove all'interno dei filtri potrebbero annidarsi agenti patogeni, con alcune più moderne e preformanti che procedono alla sanificazione dell'aria tramite raggi UV, nel caso aveste un'attività e voleste cambiare la vostra cappa per una maggior sicurezza il nostro consiglio è di fare riferimento a Newairtechnology un'azienda specializzata nella realizzazione di impianti di aspirazione di livello professionale.

Palestre
Un altro dei servizi di cui molti italiani non vedono l'ora di poter tornare ad usufruire è quello delle palestre, molti hanno dovuto rinunciare al proprio allenamento a causa del lockdown e ricorrere a soluzioni casalinghe. Quali sono quindi in questo caso le procedure che possono essere messe in atto per assicurare l'erogazione del servizio in tutta tranquillità?

Molte palestre stanno elaborando delle applicazioni, in modo da sostituire il vecchio modello ad ingresso libero con uno a prenotazione, come funziona? L'utente dovrà prenotare il proprio turno in palestra, e potrà accedere solo a quell'orario. Alla fine di ogni turno i macchinari verranno opportunamente igienizzati e sanificati. È severamente vietato da molte palestre l'utilizzo di canotte e pantaloncini corti per l'allenamento a favore di pantaloni integrali e magliette quanto meno a maniche corte, non è obbligatorio l'utilizzo di mascherina ma devono essere rispettate le distanze di sicurezza.

Prima della riapertura anche questa tipologia di struttura deve essere sottoposta ai trattamenti di igienizzazione consoni, attraverso l'impiego di raggi UV o tramite l'ozono. Questa è una linea generale che molte palestre stanno adottando per la loro riapertura, ma le procedure possono cambiare individualmente.

I negozi
La questione per i negozi è leggermente diversa dal momento che sono locali in cui la gente è destinata a passare meno tempo rispetto ai precedenti. Sicuramente imprescindibile è la pulizia del locale tramite opportune opere di sanificazione sempre eseguite attraverso le procedure prima descritte. In seguito alla riapertura i negozianti dovranno assicurarsi di concedere l'accesso alla struttura ad un numero limitato di utenti per volta, vietati gli ammassi di gente dunque anche nelle strutture chiuse.

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