In questi decenni di “Seconda Repubblica”, ed in particolar modo negli ultimi anni, si sta palesando agli occhi di tutti la schizofrenica e miopistica politica fiscale dei vari governi che si sono succeduti nel nostro Paese; una visione perfettamente conforme all’infantile istinto “Voglio tutto qui ed ora”. Ma è evidente anche al semplice cittadino, assolutamente profano di macro economia, che questa è una concezione destinata a produrre effetti disastrosi nel lungo periodo, come infatti possiamo quotidianamente osservare.
Certo, i macro interventi finalizzati alla costruzione di grandi opere in Italia sono stati sempre disincentivati a causa del crimine organizzato e di un sistema corrotto e clientelare; certo, i partiti politici, specie se composti da “tecnici” non eletti, hanno puntato a risolvere le questioni finanziarie nel modo più rapido e semplicistico possibile: ma è ovvio che un sistema in cui si toglie al cittadino il potere di acquisto in favore di un fantomatico Stato e di fantomatici servizi di cui mai beneficeremo è cosa malevola ed iniqua.
Allora che fare? Preso atto che la crisi che ci attanaglia è dovuta ad un circolo vizioso che va stroncato alla radice, ristabilendo il potere d’acquisto in capo ai singoli ed alle imprese. La crisi europea parte proprio da una tra le maggiori istituzioni europee, cioè la Banca Centrale Europea. Gli Stati aderenti all’unione monetaria sono stati resi schiavi di un sistema che toglie i soldi ai contribuenti in favore dei burocrati europei. Noi versiamo più di quello che riceviamo; noi paghiamo la moneta europea 101 e riceviamo 100, a detrimento di tutto il sistema nazionale. Sembrerà paradossale ma è così, e in pochi sembrano capirlo.
Quindi è inevitabile, ma il primo passo per ristabilire il potere di consumo è uscire principalmente dall’unione monetaria, uscire dal sistema euro. Questo consentirebbe ai governi di alleggerire la pressione fiscale innanzitutto sulle imprese che, avendo perciò minori costi, avranno maggiori profitti e potranno incrementare assunzioni e salari. E naturalmente questo porterebbe alla popolazione prosperità e ricchezza, a beneficio di tutto il sistema Paese.
Questo naturalmente è molto schematizzato e riassunto, ma per noi è l’unica maniera per dare vita alla tanto conclamata ripresa.