Il viadotto Polcevera è in realtà conosciuto come ponte Morandiper via del progettista, l’ingegnere Riccardo Morandi. È stato costruito tra il 1963 e il 1967 dalla Società Italiana per Condotte d’Acqua. A causare i tragico crollo nella mattinata di martedì potrebbe essere stato un cedimento strutturale. Ha una lunghezza di 1.182 metri, un’altezza al piano stradale di 45 metri e attraversa il torrente Polcevera tra i quartieri di Sampierdarena e Cornigliano, passando anche sopra la rete ferroviaria. E sappiamo dove si trova, ora, il pilone che lo reggeva, quello che ha più avuto, in questi cinquant’anni, bisogno di manutenzione. Si è schiantato sul greto del Polcevera, seppellendo se stesso, il ponte intero, e soprattutto la vita di almeno 39 persone. Rileggendo l’elenco degli interventi, di manutenzione ordinaria e straordinaria, susseguitisi già dal 1968, è lecito affermare che il Ponte Morandi non ha mai goduto di buona salute, tanto da accumulare costi ingentissimi e tali da giustificare il ricorso ad altro nuovo alternativo ponte.
I governanti più illustri, si sono precipitati sul luogo e, invece di provvedere a predisporre tutta una serie di operazioni governative per dare al più presto una risposta seria a una città piegata in due dalla tragedia, hanno provveduto a tutta una serie di dichiarazioni dal puro senso propagandistico, unico suo vero elemento distintivo, peraltro contraddittorie, fuori luogo false, inopportune e indelicate
Ha iniziato il premier Giuseppe Conte:“Avvieremo la procedura per la revoca della concessione a società Autostrade”, … Tragedie come questa sono inaccettabili in una società moderna e non devono accadere, faremo di tutto per evitare si verifichino ancora. Per questo disporremo la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia…… Non c’è dubbio che ad Autostrade toccassero onere e vincolo di manutenzione del viadotto». Quei faciloni di alcuni ministri 5S si sono accodati e hanno detto di aver disposto la decadenza.
Non è così.
Il premier, professore di diritto, avrebbe dovuto informarsi e, quindi, sapere che c’è una norma specifica nel contratto delle concessioni, che si trova anche su internet. Questo contratto fu stipulato nel 2007, quando Di Pietro era ministro dei Trasporti. Dal 2013, all’interno del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stata inserita una struttura di vigilanza del sistema e delle concessioni autostradali. Prima questa funzione di controllo apparteneva all’Anas; dal 2013 compete direttamente al ministero. Di Pietro spiega: “E’ sicuramente prevista la possibilità di revocare la concessione autostradale, però nell’ambito di una procedura complessa, lunga, farraginosa e costosa che prevede la specifica di giuste motivazioni”. La revoca, senza accertamento delle responsabilità, comporta pesantissimi danni.
Ha proseguito il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli: il mio Dicastero, dopo il crollo del ponte e l’individuazione delle responsabilità, si costituirà parte Civile”.
Anche qui è Di Pietroche ci va duro: Toninelli? Dice sciocchezze, come altri faciloni del M5s. Non può costituirsi parte civile. Anche un laureando in legge sa che, se esiste una struttura del ministero che è addetta al controllo e che non controlla, allora il ministero stesso è responsabile civile, non parte civile“.
E arriviamo a Di Maio:“Per la prima volta c’è un governo che non ha preso soldi da Benetton, e siamo qui a dirvi che revochiamo i contratti e ci saranno multe per 150 milioni di euro. Autostrade ha poi la sede finanziaria in Lussemburgo, quindi manco pagano le tasse. Se il ponte era pericolante dovevano dire che andava chiuso. Autostrade è stata coperta da governi precedenti, noi non abbiamo intenzione di fare da palo a questa gente che ha partecipazioni nei grandi giornali italiani”.
Gli risponde Renzi:«Chi come Luigi Di Maio dice che il mio Governo ha preso i soldi da Benetton o Autostrade è, tecnicamente parlando, un bugiardo. Se lo dice per motivi politici, invece, è uno sciacallo. In entrambi i casi, la verità è più forte delle chiacchiere: il mio Governo non ha preso un centesimo da questi signori, che non hanno pagato la mia campagna elettorale, né quella del Pd, né la Leopolda». E poi: «Utilizzare una tragedia per attaccare gli avversari, mentendo, dà il senso della caratura morale e politica del Vicepresidente del Consiglio».
Infine, Matteo Salvinisi scaglia contro la società proprietaria di Autostrade per l’Italia, Atlantia,con il seguente post su Facebook: Atlantia (Autostrade) riesce ancora, con faccia di bronzo incredibile e con morti ancora da riconoscere, a parlare di soldi e di affari, chiedendo altri milioni agli italiani in caso di revoca della concessione da parte del Governo dopo la strage di Genova».
A Salvini risponde la cronaca giornalistica quotidiana
Nella notte della vigilia di Ferragosto, mentre a Genova si scava tra le macerie in cerca di superstiti del crollo del ponte Morandi, Matteo Salvini è a cena a sul lungomare di Messina. Tra calici pieni di vino e abbondanti piatti a base di pesce, il vicepremier festeggia in compagnia degli esponenti leghisti locali. C'è anche la torta: "Vince la squadra", recita la scritta stampata sul dolce. Le immagini si sono diffuse sui social, postate dagli stessi presenti alla cena. Il ministro degli Interni ha dimostrato, come in altre occasioni, indelicatezza, per la scelta, ritenuta inadeguata, di presenziare a quella cena, per quei sorrisi bagnati di vino, mentre Genova piange le sue vittime, a poche ore dal crollo del ponte.
Sciocchezze, inopportunità e indelicatezza dei nuovi governanti.