Onde poter varare la politica economica di quota 100 e reddito di cittadinanza, il Governo del Cambiamento ha dovuto ricorrere a prestiti che graveranno sulle generazioni future e hanno dovuto raschiare il barile prendendosela anche con i pensionati. A loro viene chiesto di lasciare, a favore del bilancio dello stato, la bella cifra di 2,3 miliardi in tre anni. Come? Rallentando, oltre più e di tanto, l’adeguamento all’inflazione per chi percepisce una pensione superiore a tre volte il minimo (1.539 euro lordi mensili). Esempio: chi percepisce una pensione superiore a 4 volte il minimo, quest’anno, con le vecchie norme, avrebbe avuto un aumento pari al 90% dell’inflazione; dal 1 gennaio di quest’anno, la manovra del Governo, invece, prevede che l’incremento si fermi al 77%. Continua così la tosatura delle pensioni tanto sudate dagli italiani. Tra un po’ si chiederà loro di morire prima del tempo.
Stando i tempi molto ristretti, l’INPS non ha avuto modo di applicare le nuove disposizioni. Lo sta facendo dal mese di aprile. Quindi, circa 2,7 milioni di ex lavoratori italiani hanno ricevuto, per tre mesi – gennaio-febbraio e marzo - cifre non toccate dalla tosatura; devono provvedere alla restituzione. E qui, oltre il danno interviene la beffa, la farsa, l’inganno, la canzonatura, l’inganno: a meno che non intervenga un sussulto di dignità, il recupero degli arretrati, avverrà, pensate un po’, solo dopo le europee. Non si sa mai che, vedendo, tutte di un botto, trattenute troppo pesanti, i pensionati non si sveglino dall’incantamento generale per il Capitan Salvini.
In concreto si sarebbe deciso di dilatare i tempi del recupero degli arretrati della tosatura per evitare ripercussioni sul voto di maggio. Il crono-programma è questo: ad aprile le pensioni inizieranno a subire la riduzione prevista dalla legge; l’addebito delle cifre versate in più da gennaio a marzo, avverrà sul cedolino di giugno.