Una passione che non si ferma davanti a nulla.
Un'intervista in cui emerge chiaramente quanto Leila tenga al suo sport: la Pallamano.
Impossibile non accorgersene: lo celebra sempre, persino usando la lettera maiuscola.
“Ho cominciato all'età di 10 anni, ero in V elementare.
Fin dai miei primi anni di vita, i miei raccontano che non amavo le bambole, ma i palloni: li avevo sempre in mano o tra i piedi.
Ricordo bene il mio primo allenamento.
Erano le 16.30 quando tutto cominciò, quando presi per la prima volta in mano quel pallone che, di lì a poco, sarebbe diventato per me il mondo. Nella mia squadra c'erano ragazze più grandi: ho iniziato a seguire le loro orme.
Ricordo l'accoglienza dei compagni, il primo fischio, le prime cadute: emozioni che solo chi ha una passione può capire.”
Una passione forte è quella di Leila, una passione che sul campo, prepotentemente, fa bella mostra di sé.
“Anno dopo anno salivo di categoria: dall'under 12 sono passata all'under 14 e poi all'under 18.
Ho passato gli ultimi 3 anni fra serie B, A2 e under 16.
Devo dire che la squadra a cui tengo di più è l'A2, perché siamo come una famiglia: lavoriamo insieme per crescere insieme. All'A2 devo tantissimo: mi accadeva spesso di tornare a casa, di chiudermi in camera e di piangere dopo un allenamento andato male, e a volte ho addirittura pensato di mollare, ma le mie compagne erano lì ad aiutarmi e a dirmi di non smettere di lottare, perché sono forte. È vero, so che sono forte e che ce la posso fare!”
Non perdersi d'animo. Lottare senza riserve e senza freni per una passione che ormai sembra marchiata a fuoco sul cuore di Leila.
“Sono entrata nell'under 16 perché chiamata dall'allenatore Elio per dare un aiuto alla squadra: ho accettato con grande gioia e a fine campionato sono stata premiata come "Capocannoniere", davvero un gran bel premio.”
Una soddisfazione grande, un premio che ripaga, dopo tanti sacrifici.
“In seguito a una settimana di allenamenti intensi arriva il sabato, il momento decisivo. Dopo tutto il lavoro fatto, il sabato non è il giorno per uscire: per me è solo Pallamano.
Ci siamo io, la palla, i miei compagni e gli avversari. Il resto del mondo resta fuori.”
Un mondo. La Pallamano per la nostra Leila rappresenta questo.
“La partita più bella che ho giocato è stata quella contro il Flavioni (Civitavecchia), la squadra più forte del nostro girone. Eravamo concentrate fin dal primo minuto e lo siamo state per tutto il primo tempo, tanto da finirla in pareggio.
Il momento più bello è stato quando sono entrata e partita in contropiede, dopo un bellissimo lancio del mio portiere: sono riuscita a segnare e tutto il pubblico ha iniziato a gridare, a sostenermi.
Quante emozioni! Tornare in difesa e sentire la pacca sulla spalla del tuo compagno ti dà una forza tale da ricominciare subito a correre.”
La passione continua. È talmente forte da non farti fermare mai. Nemmeno contro gli ostacoli più duri da affrontare.
“Due mesi fa, durante un allenamento, ho avuto un brutto infortunio alla mano, tanto grave da dovermi operare d'urgenza.
È stato uno di quei momenti di panico, di paura di tornare in quel campo, paura di farsi di nuovo male.
Io amo questo sport: per me è vita, è la mia casa. Ma sono giunta ad un punto da dovermi chiedere: “Vado avanti o mi fermo? Sarò mai abbastanza? Riuscirò mai a realizzare il mio sogno?”.
La paura è talmente tanta da voler posare quel pallone.
Ma, a distanza di due mesi, sono tornata in campo più forte di prima e ho capito davvero di non potere né voler lasciare. Mai.”
E le soddisfazioni non tardano a bussare alla sua porta.
“Qualche mese fa sono stata contattata dal presidente della Nazionale Albanese, perché stavano formando la prima vera nazionale e mi hanno chiesto di entrare in squadra.
Io, entusiasmata più che mai, ho accettato subito subito e i miei genitori, più contenti di me, mi hanno sostenuta e appoggiata: devo ringraziare anche loro per tutti i sacrifici!
A luglio dovrei andare in Kosovo per fare "Handball camp" e poi, dal 4 al 10, sarò con la mia squadra a Teramo per l'Interomnia "World Cup". Un mese di sola pallamano.”
Una vita per lo sport. Per questo sport.
“La Pallamano occupa gran parte della mia vita: se non sono a casa sono in palestra.
Una frase che mi accompagna da sempre è : "Finché mi batte il cuore, finché mi reggono le gambe, scrivo la mia storia con il sudore e con il sangue."
La pallamano non solo è un campo di gioco, è la nostra casa:
Non siamo solamente sette, siamo un milione
Non siamo una squadra, siamo una famiglia
Non sono soltanto 60 minuti, è tutta la vita
Non solo è una passione, è un'emozione
Non è solo un gioco, è la nostra vita.
Ringrazio le mie compagne di squadra, gli allenatori e i miei genitori.
Grazie, perché senza di loro nulla sarebbe stato possibile.”