Almaviva non riapre la trattativa: la sede di Roma chiude

La decisione comporterà il licenziamento di 1.666 dipendenti su 2511

Tino Colacillo
29/12/2016
Economia
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Dopo l’ultimo tentativo fallito di riaprire una trattativa tra azienda e sindacati, la sede del call center Almaviva Contact di Roma si avvia alla chiusura e per i 1.666 dipendenti sarebbero già in arrivo le lettere di licenziamento.
La mancata ripresa della trattativa è stata confermata anche dal Vice Ministro allo Sviluppo Economico Teresa Bellanova a Rainews24. 

Nei giorni scorsi l’azienda aveva già più volte detto di non essere disposta a riaprire il tavolo dopo la bocciatura dell’accordo proposto dal Governo lo scorso 21 dicembre. In quella occasione erano state le Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) della sede di Roma a non firmare l’intesa perché considerata eccessivamente svantaggiosa sul piano salariale e senza la validazione di un voto dei lavoratori. Al contrario le Rsu di Napoli firmarono l’accordo dopo la separazione delle due trattative proposte dal Governo.

Nei giorni seguenti ci fu un ulteriore tentativo di riaprire la trattativa attraverso un referendum dei lavoratori, indetto per il 27 dicembre, per chiedere l’avvio di un nuovo negoziato. Ma a quel punto Almaviva contact aveva già fatto sapere che per l’azienda non era più possibile tornare indietro: "L'ipotesi di attivare una trattativa supplementare, oltre che fuori da ogni logica ed in contrasto con il mandato di rappresentanza sindacale dichiarato, risulta inoltre legalmente e tecnicamente impossibile perché invaliderebbe l'intera procedura conclusa con la mediazione del Governo".

La reazione sindacale all’indisponibilità di Almaviva era stata altrettanto dura: "Soltanto chi è miope o accecato da sentimenti vendicativi nei confronti dei propri lavoratori – aveva detto Marco Del Cimmuto, segretario nazionale Slc Cgil -,  può ignorare quanto emerso dalla consultazione dei dipendenti Almaviva di Roma: un passaggio democratico dovuto su una vicenda drammatica che soltanto un’intesa raggiunta a sirena già suonata (l’accordo è stato firmato alle ore 03.00 del 22 dicembre) ha impedito come invece sarebbe stato naturale essere.”

Oggi la drammatica chiusura della vertenza romana.

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