Enzo Biagi: il Giornalista

A nove anni dalla sua morte oggi più che mai nel giornalismo italiano mancano penne come la sua

Deborah Galasso
07/11/2016
Arte e Cultura
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Enzo Biagi a modo suo, con quello stile secco, sarcastico, inconfondibile dipingeva ogni argomento che toccava. “Credo nella libertà di informazione di giornali e tv liberi di criticare il potere…”, infatti abbiamo avuto l’onore di vederlo spesso presente alle iniziative contro ogni forma di bavaglio, di censura e di editto, e non solo quando gli assalti degli squadristi erano rivolti contro di lui, ma anche quando erano in gioco i valori racchiusi nell’articolo 21 della Costituzione.

Ma è soprattutto la sua umanità che emerge nei suoi scritti e nei suoi articoli. Enzo Biagi nacque il 9 agosto 1920 a Lizzano in Belvedere, un paesino dell’Appennino tosco-emiliano in provincia di Bologna e proprio le sue umili origini, il padre lavorava come aiuto magazziniere di uno zuccherificio, mentre la madre era casalinga, segnavano la sua grandezza.  Dotato di un talento innato per la scrittura, fin da bambino si dimostrò particolarmente portato per le materie letterarie. All’età di diciott’anni si diede completamente al giornalismo, senza per questo abbandonare gli studi. Non contento del suo grande successo come giornalista, soprattutto durante il dopoguerra che fece esplodere la sua bravura giornalistica, diede avvio ad una intensa attività di scrittore, che lo vide immancabilmente in vetta alle classifiche di vendita. Nel corso della sua lunghissima carriera ha pubblicato oltre ottanta libri e venduti qualche milione.

Importante fu anche il suo rapporto con il mezzo televisivo, la televisione servì a fare emergere il suo linguaggio tagliante e il suo modo provocante ma allo stesso tempo elegante di fare giornalismo infatti la televisione fu un’ottima vetrina anche per il Biagi scrittore. Le principali trasmissioni televisive da lui condotte ed ideate furono ‘Proibito’, inchiesta di attualità sui fatti della settimana, e due grandi cicli di inchieste internazionali, ‘Douce France’ e ‘Made in England’. Nel 1995 diede poi vita a ‘Il Fatto’, programma giornaliero di cinque minuti su avvenimenti e personaggi italiani, che viene ripreso in tutte le stagioni successive, sempre con altissime percentuali di ascolto.

Dopo settecento puntate de ‘Il Fatto’, Biagi fu al centro di aspre polemiche a causa di una sua presunta faziosità negativa nei confronti dell’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, rimproverando il giornalista di non essere equanime ma questo faceva parte proprio del modo diretto di affermare le proprie idee e i propri pensieri tipico del giornalista ma anche della persona Enzo Biagi.
Il Consiglio di Amministrazione della Rai, pur non avallando ufficialmente queste critiche, modificò l’originaria e prestigiosa collocazione oraria del programma, posto poco dopo la fine del telegiornale della sera. Biagi è stato inoltre ampiamente criticato per il suo presunto buonismo e l'asserita banalità di alcuni suoi scritti. Il giornalista Sergio Saviane lo soprannominò ironicamente come "Banal Grande", sulla rubrica che teneva ne L'Espresso. Dopo cinque anni di silenzio tornò in tv nella primavera del 2007 con il programma ‘RT – Rotocalco Televisivo’.

A causa di problemi cardiaci, Enzo Biagi scomparve a Milano il 6 novembre 2007.

 

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