USA – Continuano ad esserci sviluppi per quel che riguarda il grande cyber attacco di cui sono stati vittima gli Stati Uniti, di cui abbiamo già parlato (leggi).
Se però in un primo momento si poteva pensare ad un colpo fine a sé stesso, le ultime indiscrezioni parlano, al contrario, di un test condotto dal gruppo di hacker per testare l’efficacia della rete di difesa americana.
A distanza di solo quattro giorni dal vero e proprio black out Andrea Zapparoli Manzoni – come riportato dall’Ansa – parla di una sorta di corsa agli armamenti informatici, un po’ tutti contro tutti, che può realizzarsi nel giro di poche ore e mettere in ginocchio il mondo. Inoltre, continua l’esperto di sicurezza informatica, le rivendicazioni raccolte finora non sono attendibili.
Sempre Manzoni ha spiegato all’Ansa che si tratta di una situazione di sottovalutazione della sicurezza, giacché gli hacker hanno preso di mira quella branca di internet sviluppata per lo più in modo autonomo dagli utenti senza regolamentazioni stringenti e che ha portato alla produzione di dispositivi a basso costo e difficilmente riparabili. A confermare questa affermazione c’è inoltre il fatto che i dispositivi colpiti dall’attacco siano ancora tutti nelle medesime situazioni senza che nessuno si stia occupando di risistemarli.
Manzoni ha poi chiuso il discorso asserendo che “non si tratta di un attacco ma un test per misurare quanto sia robusta la struttura mondiale del web. Potrebbe essere messo in atto contro la Borsa di Londra e l'economia mondiale soffrirebbe gravi conseguenze. Ad avere interesse a sferrare azioni di questo tipo sono diversi soggetti, statali e non statali. Non solo la Russia, ma anche la Cina e l'Isis, solo per fare esempi. Ci vuole cautela con le attribuzioni, può essere un esercizio spericolato. La situazione è molto più complicata di quello che sembra”.
Inoltre, il fatto che il codice utilizzato fosse opersource da circa un mese fa riflettere sul fatto che si debba andare cauti anche con l’attribuzione di colpa a qualsivoglia stato come, invece, ha fatto in un’intervista John MacAfee che ha puntato il dito contro la Corea del Nord, rischiando già un primo incidente diplomatico.
INTANTO TWITTER TAGLIA – Anche se si tratta di uno dei sistemi con un sistema di sicurezza crittografato di buon livello il social con l’uccellino azzurro sta pensando di tagliare ben l’8% del suo organico. Dovrebbe corrispondere a questa percentuale un numero vicino alle 800 persone attualmente impiegate in Twitter. A riportarlo è stata l’agenzia Bloomberg, giustificato dalle ultime perdite negli ultimi trimestri. Twitter non è però nuovo a questi tagli visto che, già lo scorso anno, il consiglio ha deciso di tagliare la forza lavoro della stessa percentuale.